I SOCI
CARBONERA «Siamo delusi, mortificati. Ci sentiamo traditi nel profondo

Sabato 15 Maggio 2021
I SOCI
CARBONERA «Siamo delusi, mortificati. Ci sentiamo traditi nel profondo da una delle persone che per anni è stata una colonna portante della nostra realtà. Siamo stati noi stessi a renderci conto del problema, a circoscriverlo e a sanarlo nel più breve tempo possibile perché per noi onestà e trasparenza non possono essere messe in discussione. Ora il responsabile di questi fatti deplorevoli è stato allontanato e ci ha restituito quanto ci doveva. Chiarezza è fatta e per noi finisce qui: la ferita è profonda, è una persona a cui siamo stati legatissimi e non intendiamo metterlo in croce». La fiducia tradita non lede la dignità d'animo della cooperativa Alternativa Ambiente, che attraverso il suo presidente Marco Toffoli ha voluto fare chiarezza sull'episodio che vede coinvolto l'ex dirigente Lorenzo Ostanello.
LO SCONCERTO
«Purtroppo è stato facile capire che si parlava di noi, anche se le prime notizie non riportavano il nostro nome. Sì, questa dolorosa vicenda ci riguarda commenta Toffolo. Inutile tirarsi indietro: è stata proprio la dirigenza di Alternativa Ambiente lo scorso anno a segnalare le irregolarità». Era l'inizio del 2020 e i controlli che vengono periodicamente effettuati sulle movimentazioni di denaro della cooperativa sociale avevano portato a galla più di qualche incongruenza su quel giro di ricevute a firma dei sette detenuti che in passato avevano prestato servizio per l'ente. Che ci fosse un errore è stato chiaro fin da subito, ma quando si è capito che ad architettarlo era stato il numero due del gruppo, Ostanello, il colpo è stato durissimo. «Ha approfittato del suo ruolo per intascare i contributi di sostegno destinati ai detenuti. Ha collaborato con noi per anni, era stimato e del tutto insospettabile prosegue il presidente. È stato sconvolgente. Ma se lo abbiamo scoperto è grazie alla trasparenza che contraddistingue la nostra amministrazione: tutte le partite contabili sono sempre tracciate. Quando abbiamo fiutato che i conti non tornavano abbiamo parlato con uno dei detenuti e scoperto l'inghippo. Era un caso che peraltro stavamo già monitorando, ma visto il ruolo della persona in questione abbiamo voluto procedere con cautela».
GLI ACCERTAMENTI
La verità è però ben presto venuta alla luce in tutta la sua gravità. «Da oltre vent'anni siamo un punto di riferimento non solo per il carcere di Treviso ma anche per diversi servizi sociali e socio-sanitari territorio continua Toffoli. Serviva una risposta forte e abbiamo prontamente compiuto il nostro dovere, segnalando il fatto alla guardia di finanza e allontanando il dirigente. La nostra vocazione a sostenere le persone in difficoltà ci impone però di non crocifiggerlo. Ha restituito alla cooperativa buona parte di quanto doveva e non fa più parte del gruppo. Il tradimento della fiducia resta un rospo difficile da mandar giù, ma per noi la vicenda si chiude qui: a condannarlo penserà eventualmente la legge, ma noi non saremo la sua pubblica gogna». La cooperativa sociale si appresta ora a portare avanti tutte le sue attività divise nelle varie sedi di Carbonera, Breda di Piave e Levada, dove lavorano oltre 500 persone molte delle quali con situazioni di svantaggio psichico, fisico o sociale. Proseguono anche le attività del laboratorio occupazionale al carcere di Santa Bona, che anche nell'anno in cui si sono svolte le indagini non hanno mai smesso di offrire opportunità alle persone recluse. «Tutti noi conclude il presidente, soci, responsabili e amministratori avvertiamo la grande responsabilità verso tutti loro e verso i tanti clienti dei nostri servizi e il cerchio prontamente chiuso attorno a questa storia lo dimostra».
S.d.s.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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