Fondazione, i debiti non fanno paura

Domenica 21 Aprile 2019
Fondazione, i debiti non fanno paura
LO SCENARIO
TREVISO Quasi 78 milioni di passivo - 77.996.289 per l'esattezza - sono una cifra che fa impressione. Ma che non turba più di tanto Luigi Garofalo, presidente di Fondazione Cassamarca: «No, non sono preoccupato - dice - il nostro patrimonio iniziale e quello attuale sono decisamente superiori al passivo. E poi abbiamo anche un piccolo fondo erogativo che consente di portare avanti le attività di Fondazione». Il rosso però resta, il consuntivo 2018 è il peggiore nella storia recente di Ca' Spineda ma, per capirlo a fondo, è necessario andare oltre ai numeri: una parte di quei milioni è, di fatto, virtuale perché legata alla restituzione del teatro Del Monaco al comune di Treviso che come conseguenza ha la perdita di circa 16,4 milioni di ammortamento residuo. Altri 16 milioni sono invece legati all'estinzione di una polizza finanziaria aperta per il pagamento degli oneri di urbanizzazione collegati all'Appiani. Tutti pesi che Fondazione ha voluto togliersi anche a costo di produrre un bilancio negativo da record. Da qui però parte la salita.
OTTIMISMO
«Intanto teniamo conto che da dicembre a oggi abbiamo portato a termine due operazioni immobiliari importanti (la vendita dell'ex Questura e l'operazione Camera di Commercio che, globalmente, hanno fruttato circa 40 milioni di euro ndr) e altre ne faremo. Inoltre, nel giro di poche settimane contiamo di estinguere tutto il debito residuo con Unicredit, circa 28 milioni di euro». E anche questo è un traguardo non indifferente per ridare ossigeno a Fondazione: la soluzione arriverà dalla vendita di alcuni titoli finanziari rimasti congelati per molto tempo e adesso sbloccati: 14 milioni sono già stata incassati e dirottati verso la casa madre mentre una somma analoga verrà incassata a breve sempre con lo stesso sistema. Rimane da capire quando il bilancio di Ca' Spineda tornerà, finalmente, almeno in pari: «Non posso dirlo con certezza - mette le mani avanti il presidente - ma ovviamente contiamo di raggiungere questo risultato il prima possibile».
IL NODO
Oltra alla delicata questione dei conti, resta sul tappeto quella dell'università. In questi giorni ha fatto molto discutere la decisione di ritirare il progetto di riqualificazione dell'ex Distretto Militare, il grande complesso destinato a ospitare il polo universitario trevigiano formato dai corsi padovani e veneziani riuniti in un'unica struttura di altissima qualità. In molti hanno pensato a un disimpegno di Fondazione: «Non è così - ribatte con decisione Garofalo - non capisco perché vengano date letture che non esistono. Fondazione, ogni anno, mette 3,5 milioni di euro per l'università, di cui un milione destinato agli stipendi dei docenti. Garantiamo gli immobili, i servizi, le spese. E intendiamo, ovviamente, continuare a rispettare le convenzioni». Il presidente cancella anche le ombre che incombono sull'ex Distretto: «L'intero complesso è sul mercato (per un valore di oltre 20 milioni di euro ndr) - precisa - e quindi abbiamo ritenuto che fosse una scelta ovvia ritirare un progetto di riqualificazione vecchio di almeno quindici anni, se non di più, e rimodularlo assieme al prossimo acquirente. Tutto qui. Ma questo non vuol dire che non si farà più il polo universitario, anzi. La destinazione l'ha decisa il Comune e una congrua percentuale di quel complesso è destinata all'università. Di certo non sarà più Fondazione a sostenere l'operazione di riqualificazione affidando e pagando i lavori: la vocazione edilizia non più la nostra». Il presidente indica l'obiettivo finale: «Portare Fondazione, al più presto, in una situazione di totale sicurezza economica e farlo tornare a svolgere un ruolo centrale per la cultura e a vantaggio della collettività».
Paolo Calia
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