Dieci anni fa il massacro: una cicatrice che rimane

Martedì 22 Agosto 2017
Dieci anni fa il massacro: una cicatrice che rimane
«La cicatrice rimarrà per sempre, ma almeno facciamo in modo che non sanguini più». Hanno toccato tutti nel profondo le parole pronunciate ieri sera da don Vittorino Battistella, parroco di Motta, durante la celebrazione della messa in suffragio nel decennale dalla morte di Guido e Lucia Pellicciardi, i coniugi massacrati nella dependance di Villa Durante a Gorgo al Monticano il 21 agosto del 2007. Un delitto efferato, scolpito nella memoria collettivo di tutta una comunità, per il quale sono finiti in carcere Naim Stafa, Alin Bogdaneanu e Artur Lleshi, toltosi la vita nella sua cella a dicembre dello stesso anno.
Ogni 21 agosto viene celebrata la messa in ricordo di Lucia e Guido e per la prima volta in tanti anni sul pulpito non è salito don Angelo Pederiva, ma don Battistella, che ne ha preso il testimone cercando di trovare un messaggio di conforto per Daniele Pellicciardi, la moglie Cristina e i figli Alessio e Laura, che in questi anni hanno sempre dimostrato una grande forza e un grande coraggio.
Accanto a loro c'era il vicesindaco di Gorgo, Firmino Vettori, con il quale Daniele ha intessuto negli anni un rapporto di vera amicizia. La famiglia è entrata poco prima dell'inizio della celebrazione ed è rimasta in primo banco, dalla parte sinistra, a seguire senza dire una parola la messa, a pochi metri dall'altare. Pochi posti più indietro gli amici più stretti e diversi residenti. Nell'omelia, don Vittorino ha detto: «Oggi è il giorno di San Pio X, domani ricorderemo Sant'Augusta. Sono santi importanti, vissuti tra di noi. E chissà quanti, pur santi, non sono presenti nel calendario. Tra questi non posso non pensare anche a Guido e a Lucia, e a quello che hanno passato».
Don Vittorino pone l'accento sul bisogno di relazione nei momenti difficili della vita. Ovvio il collegamento a quel terribile delitto: «Le letture di oggi ci parlano della fame e della sete dell'uomo, ma l'uomo ha prima di tutto necessità di relazionarsi con gli altri, la solitudine fa male: ricordare Guido e Lucia significa tenerli stretti, sempre con noi, nonostante il dolore che quei fatti ancora provocano. Ma se la cicatrice non potrà mai scomparire, la speranza è che almeno si rimargini per non sanguinare più». E nella preghiera al termine dell'omelia, senza citare i nomi di Stafa e Lleshi, ha detto: «Ti preghiamo per chi odia e chi uccide, possano trovare la strada del pentimento».
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