Cambio di passo nella campagna: già vaccinato 1 trevigiano su 3

Mercoledì 12 Maggio 2021
Cambio di passo nella campagna: già vaccinato 1 trevigiano su 3
LA CAMPAGNA
TREVISO Un trevigiano su tre ha già ricevuto la prima dose del vaccino anti-Covid. La copertura generale tra i 750mila cittadini residenti nella Marca, il totale della popolazione vaccinabile, è arrivata a quota 33,9%. Poco più di un terzo. Vuol dire che oltre 250mila trevigiani si sono sottoposti almeno alla prima iniezione. E molti di loro hanno già effettuato anche il richiamo. Fino ad ora l'Usl ha somministrato complessivamente oltre 364mila dosi, tra prime e seconde. L'asticella è tra le più alte in Veneto. Ora ci si prepara ad accelerare ulteriormente. In questo momento l'attenzione è concentrata in particolare sui quasi 151mila trevigiani tra i 50 e i 59 anni. Le premesse sono ottime: a soli quattro giorni e mezzo dall'apertura delle prenotazioni si vede il traguardo del 70% di copertura. «Il 15,9% dei cinquantenni ha ricevuto la prima dose specifica Francesco Benazzi, direttore generale dell'Usl della Marca e tenendo conto di chi si è già prenotato, da qui al 9 giugno, siamo certi che arriveremo almeno al 71,2%».
IL CAMBIO DI PASSO
A quanto pare sarà l'ultimo passo per classi d'età. L'idea è di cambiare sistema per i cittadini sotto i 50 anni, aprendo le iscrizioni subito a tutti, in modo indifferenziato. Su questo, però, non c'è ancora l'ufficialità.
EX MABER: SI PARTE
Quel che è certo è che oggi entrerà in funzione il nuovo maxi polo vaccinale anti-Covid dell'ex Maber di via della cartiera a Castrette di Villorba, davanti allo stabilimento di Benetton. Il complesso è stato messo a disposizione gratuitamente da Bruno Zago, patron della Pro-Gest di Istrana, impero della carta. Si comincerà vaccinando 4mila persone al giorno. Ma di seguito si potrà salire anche a 10mila. Il nuovo polo ora diventa il riferimento unico per le vaccinazioni anti-Covid nell'area di Treviso. Da ieri sera, infatti, sono stati chiusi i centri che erano stati allestiti nel Bocciodromo di Villorba, nel centro sportivo di Lughignano di Casale e in modalità drive-in nell'ex dogana di Treviso, dove si continuerà solo con i tamponi. «Davanti a queste sedi nell'immediato verranno organizzati dei presidi per indicare a chi eventualmente dovesse sbagliare che ora il riferimento è all'ex Maber di Villorba», sottolinea Benazzi. Come devono comportarsi le persone che si erano già prenotate nelle tre sedi chiuse? «Saranno avvisate del cambio tramite Sms o mail», dicono dall'azienda sanitaria. Oltre al centro dell'ex Maber, resteranno operativi i Vax-Point di Ponte di Piave, Godega, Vidor e Riese.
NEGLI AMBULATORI
Dall'inizio della prossima settimana, inoltre, entreranno in gioco i medici di famiglia. Da domani potranno iniziare a ricevere dall'Usl le 3.500 dosi di Johnson & Johnson (monodose), a scaglioni settimanali, per vaccinare i pazienti direttamente nei loro ambulatori. Le iniezioni potranno essere eseguite a partire da lunedì. Il discorso vale per i camici bianchi che aderiscono all'iniziativa. «Ci concentreremo innanzitutto sugli anziani tra i 70 e gli 79 anni spiega Bruno Di Daniel, medico di famiglia di Maserada, segretario dello Snami di Treviso passeremo in rassegna gli elenchi per vedere chi non si è vaccinato e poi contatteremo le persone una per una». Sono circa 14mila i 70-79 che mancano all'appello. Poi si farà lo stesso con i sessantenni. In buona sostanza si andrà a completare il puzzle. Sempre la settimana prossima ci sarà la due giorni, il 18 e il 19 maggio, nella quale i medici di famiglia chiuderanno gli ambulatori, con la contemporanea attivazione della guardia medica, per andare a fare i richiami anti-Covid a domicilio sugli oltre 3.500 anziani con più di 80 anni che avevano ricevuto la prima dose tra il 20 e il 22 aprile. In generale adesso i vaccini non mancano. Sono attese per oggi 38mila dosi di Pfizer. E a giugno i numeri dovrebbero ulteriormente lievitare. Mentre non si eseguono più prime dosi con AstraZeneca. Dopo la decisione della Commissione Europea di non rinnovare il contratto con la casa anglo-svedese, l'Usl della Marca sta accantonando le dosi per avere la garanzia di poter fare i richiami. A proposito di richiami, il ministero della Salute aveva aperto a un'attesa di 42 giorni tra la prima e la seconda dose di Pfizer. Ma ieri Valeria Marino, direttore medico di Pfizer Italia, ha evidenziato che «il vaccino è stato studiato per una seconda somministrazione a 21 giorni». Si tratta di un nodo ora che dovrà essere risolto a livello nazionale.
Mauro Favaro
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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