L'ANALISI
Di colpo Aldo realizza, ed è attraversato da umanissimo brivido.

Venerdì 30 Luglio 2021
L'ANALISI
Di colpo Aldo realizza, ed è attraversato da umanissimo brivido. Una volta si chiamava horror vacui: «Ora ho paura». Piange. Come Francesco, quel giorno all'Olimpico. Paura, sì. Per queste luci in sala, che squarciano il buio intorno alla pedana e tagliano i titoli di coda: signori si chiude. Anzi veramente già non c'è più nemmeno la pedana, per Aldo Montano, né l'avversario di fronte, né la sciabola in pugno, e neppure gli allenamenti, i compagni simpatici e quelli no, l'adrenalina della gara e lo strazio dei ritiri, le gioie e le incazzature che sono il ritmo dello sport e che gli sembravano una dolce morbida nuvoletta, niente di niente. Anche se al collo ha una medaglia d'argento, l'ultima. In realtà svanisce ogni cosa, è come svegliarsi da un sogno bello, il suo poi è durato 25 anni. È l'alba di una nuova vita. Non è più uno sportivo professionista, e sa che è dura, qua fuori. Che paura. E che sincerità nell'ammetterlo, nell'avvicinarsi a noi. E quante lacrime.
BISOGNO DEGLI ALTRI
A Casa Italia gli mostrano un video con le sue cinque medaglie olimpiche dal 2004 e Aldo Montano, 42 anni, al ritiro dall'attività, singhiozza. Con uno gnocco in gola che non va giù né su, concede: «Da oggi cambia completamente la vita, è un salto nel buio e nel vuoto che fa un po' paura. Da 25 anni facevo solo questo. Cosa accadrà da domani non lo so. Tornare a Livorno, da dove sono partito? È una delle possibilità. Ho sentito la famiglia, mi aspettano. Sono emozionato». Aldo Montano ha paura del domani, perché ora gli si para davanti la vita in cui ogni giorno è un salto nel buio, un'incertezza programmata, senza più l'eterna primavera dello sportivo. Per questo, raccontano gli psicologi, se c'è un 20% di atleti che soffre di depressione durante l'attività, la percentuale sale al 50% in prossimità del ritiro. Anche Francesco Totti, con la stessa emozione e dentro uno stadio in amore, il giorno del suo addio disse la stessa cosa: «Ho paura». E aggiunse: «Ora ho bisogno di voi», e l'appello non è mai stato dimenticato. Altri, dopo il ritiro, sono rimasti soli e si sono piegati ai loro demoni, come i nuotatori Ian Thorpe e Michael Phelps, che poi hanno confessato tunnel di droghe, alcol, pensieri suicidi. Scendere dalla nuvola, questo è il problema. Si ha paura di essere abbandonati in mare aperto, di non farcela. Infatti aveva ragione Totti, come sempre: si ha bisogno degli altri, per prima cosa. Legge universale.
A. So.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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