ROSOLINA
Inaugurato ieri mattina a Rosolina il parco del donatore in via Mariangela

Lunedì 9 Aprile 2018
ROSOLINA
Inaugurato ieri mattina a Rosolina il parco del donatore in via Mariangela Marangon. Dopo la messa, il corteo composto da numerose persone e dai rappresentanti delle associazioni, scortato dalla Protezione civile e preceduto dalla filarmonica Vincenzo Bellini, ha raggiunto il luogo dove è stato scoperto il monumento in onore dei donatori. La presidente Avis Alessandra De Lazzari ha ringraziato quanti hanno reso possibile l'intitolazione del parco. Il sito è stato scelto perché per anni ha ospitato il picnic a conclusione della tradizionale biciclettata Avis, ha detto rivolgendosi a «chi prima di noi ha rappresentato con onore queste due associazioni, alcuni di loro sono qui oggi, altri non sono più tra noi ma li portiamo nel cuore e ci piace pensare che ci stiano guardando con orgoglio».
IL MESSAGGIO
Il presidente Aido Ottavio Aggio ha evidenziato l'importante sinergia con l'Avis: «Dietro a questi segni ci sono tante emozioni». Don Gastone ha benedetto il monumento realizzato dall'artista Sante Donà in acciaio, segno di forza e sicurezza citando un passo della Bibbia: «Nel mondo antico il sangue era ritenuto sede della vita. Sia i donatori di sangue come i donatori di organi danno il loro contributo per salvare una vita». L'importanza del dono è stata sottolineata anche dal sindaco Franco Vitale: «Bisogna far tesoro del connubio speranza e donazione, valorizzando il dono per i nostri figli e le generazioni a venire». La parola è quindi passata ai vicepresidenti provinciali Avis Laura Trevisan e Aido Tiziano Descrivi. Un commosso Sandro Zanella, tra i fondatore della comunale, ne ha ricordato la nascita nel 1973: «Siamo partiti in 13 e non avrei mai pensato di arrivare a questo punto; siamo andati contro la scaramanzia. Abbiamo fatto tanto, aiutato chi aveva più bisogno di noi, e a Rosolina Mare un convengo nazionale sulla talassemia per aiutare i fratelli della Sardegna e Sicilia».
Intensa è stata la testimonianza di Lino Frasson, trapiantato di reni e fegato ben 32 anni fa. «Primo in Italia, terzo in Europa e quarto nel mondo, iscritto all'albo d'oro dei trapiantati in America, ho potuto beneficiare di quel doppio trapianto che mi ha salvato la vita a opera del grande professore Raimund Margreiter, che non cesserò mai di ringraziare. Se oggi sono ancora vivo, se nel mio corpo fegato e reni trapiantati funzionano ancora, è dovuto ad associazioni come l'Avis e l'Aido».
Elisa Cacciatori
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