Mascherine trasparenti per ipoudenti Cresce la sensibilità verso la soluzione

Sabato 20 Febbraio 2021
Mascherine trasparenti per ipoudenti Cresce la sensibilità verso la soluzione
L'INIZIATIVA
ROVIGO A distanza di alcuni mesi dall'aver segnalato come e quanto le mascherine chirurgiche ostacolino la lettura labiale ed escludano dalla vita sociale le persone con difficoltà uditive, la rodigina Sonia De Stefani racconta che qualcosa è cambiato: «Una piccola goccia nell'oceano si è mossa e diverse persone ipoacusiche mi hanno ringraziato per aver smosso un pochino gli animi», spiega.
C'è anche una visita guidata alla mostra su Chagall a palazzo Roverella tra i risultati raggiunti dall'appello di Sonia, impiegata e mamma 42enne che soffre di ipoacusia bilaterale acuta e vive, così, la difficoltà di comunicare da quando è obbligatorio e generalizzato l'uso delle mascherine, perché alle persone sorde o con ipoacusia, e a coloro che usano impianti cocleari o apparecchi acustici, impediscono la lettura delle labbra e quindi le semplici azioni di ogni giorno. Ad esempio, fare spese in un negozio e i pagamenti alle Poste, oppure sbrigare una pratica amministrativa in un ufficio pubblico, partecipare a una riunione scolastica o fare una visita medica.
TANTI APPELLI
L'Ufficio ministeriale per le politiche in favore delle persone con disabilità ha ricevuto numerose segnalazioni in questi mesi e ha chiesto al Ministero dell'Interno di far sì che gli agenti di polizia deputati ai controlli assicurino il rispetto della deroga prevista nell'uso delle mascherine a favore delle persone la cui disabilità è incompatibile con il loro utilizzo, in modo che - senza incorrere in contestazioni o sanzioni - sia garantita la facoltà dei cittadini di abbassare (anche solo temporaneamente) la mascherina di fronte a una persona che utilizza la lettura delle labbra per comprendere le parole. Sonia racconta: «Una guida del Roverella, tramite un'amica comune, dopo aver letto il mio appello s'era subito offerta, non appena fossimo diventati zona gialla e palazzo Roverella potesse riaprire, di farmi da guida per la mostra di Chagall, gratuitamente tra l'altro, indossando una mascherina trasparente. La mascherina gliel'ho procurata io, perché in giro se ne trovano gran poche. Così, martedì scorso ho fatto questa visita, e la guida è stata bravissima, oltre che cordiale, gentile e preparata, e molto accorta nei miei confronti. Ha cercato infatti di mettersi sempre sotto i punti luce in modo che potessi leggerle bene le labbra. E mi ha pure ringraziato, lei, alla fine del percorso, perché trova la mascherina trasparente molto utile e mi ha assicurato che ne sarà un'assidua consumatrice».
AL LAVORO
A utilizzare le mascherine trasparenti è anche la datrice di lavoro di Sonia: «La mia titolare ha fatto un acquisto massiccio e le ha fatte distribuire a tutti i colleghi che interagiscono con me». Fuori dall'ambiente di lavoro e guardando la situazione generale, invece, «siamo ancora lontani anni luce dall'inclusività, purtroppo: in Otorinolaringoiatria a Rovigo, ad esempio, la settimana scorsa mi guardavano come un marziano perché indossavo la mascherina trasparente. Erano stupiti: quando poi gli ho risposto che potevano rifornirsene online, mi hanno risposto che l'azienda non le compra e dovrebbero pagarle di tasca propria». Così Sonia non si ferma all'appello di sensibilizzare all'uso delle mascherine trasparenti: «Sto cercando anche di contattare il presidente del Veneto Luca Zaia, perché interceda con le aziende sanitarie locali e perché anche lui stesso, nelle dirette quotidiane, indossi i dispositivi di protezione individuale trasparenti. Ma ovviamente non è così semplice». Lo scorso novembre l'Ufficio ministeriale per le politiche in favore delle persone con disabilità aveva chiesto all'Inail e al Commissario straordinario per l'emergenza Covid-19, Domenico Arcuri, di adoperarsi per individuare possibili produttori e definire un processo di certificazione con procedura innovativa, dato che al momento non esistono mascherine trasparenti certificate dall'Inail.
Nicola Astolfi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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