L'uscita da Ascopiave mette nei guai Asm

Giovedì 18 Ottobre 2018
SOCIETÀ PARTECIPATE
ROVIGO La vendita delle azioni di Ascopiave è più che un'idea. Perché la giunta si è già mossa, in quella che sembra essere una corsa contro il tempo. Perché i soldi che si spera di far entrare nelle casse di Palazzo Nodari devono arrivare il prima possibile per essere poi messi a bilancio ed essere spesi in qualcosa che lasci il segno di un'amministrazione che altrimenti rischia di non avere alcuna carta da giocarsi in chiave elettorale.
Il Comune, infatti, si trova con l'acqua alla gola a causa del naufragio di Veneto Nuoto, che ha fatto precipitare le cose per quanto riguarda il cosiddetto caso piscine, con Unipol che ha già provveduto a recapitare a Palazzo Nodari un'ingiunzione di pagamento da 6,3 milioni. Senza contare che c'è ancora pendente la causa con la quale Veneto Nuoto ha chiesto un risarcimento per i ritardi nella consegna dell'ex piscina, che verrà decisa a inizio anno dalla Corte d'Appello. In primo grado il collegio arbitrale ha stabilito una penale di 1,4 milioni. Il Comune ha accantonato solo 5 milioni. E in cassa c'è ben poco per andare oltre l'ordinaria amministrazione. Anche il progetto che doveva trasformare la Commenda con il finanziamento statale da 13,5 milioni è affondato.
L'IPOTESI
Ecco, allora, che è tornata a galla la possibilità di vendere una parte delle azioni di Ascopiave che sono nel portafoglio di Asm, quindi indirettamente del Comune. Non noccioline, visto che la quota che si vorrebbe mettere sul mercato è pari a 3 milioni di azioni. Quasi un terzo del totale di 10.311.284, che valgono il 4,4% del totale del colosso del gas del Nordest, a maggioranza di capitale pubblico, che nel 2017 ha avuto 43.617.754 di risultato netto d'esercizio, staccando nei confronti di Asm ben 1,8 milioni di dividendi. L'operazione è delicata e anche per questo la giunta, tramite l'assessore alle Partecipate Stefano Falconi, ha mosso passi ufficiali chiedendo formalmente ad Asm la garanzia di vendita delle azioni e di incasso del ricavato entro novembre e l'ammontare dell'utile netto che entrerebbe nelle casse del Comune.
Difficile capire come possano esserci garanzie e certezze trattandosi di operazioni da compiere sul sempre fluttuante mercato azionario. Non solo, ma se al momento le azioni valgono circa 3 euro ciascuna e il Comune fa il conto di incassare circa 9 milioni, una vendita massiccia rischia di provocare oscillazioni verso il basso del prezzo.
PARERI CONTRARI
Tutto, inoltre, dovrà prima ricevere il voto favorevole del consiglio comunale e vista la netta contrarietà espressa dal capogruppo di Obiettivo Rovigo, Luca Paron, non è scontata. C'è poi un ulteriore elemento: se la vendita andasse in porto, Asm si troverebbe in forte difficoltà a chiudere i prossimi bilanci in attivo. E anche di questo la giunta chiede conto, in forma scritta, ai vertici di Asm, guidata dal presidente Alessandrò Duò, che al momento sembra essere stato più che sfiduciato dall'area politica della maggioranza riconducibile al presidente del consiglio Paolo Avezzù.
Fra l'altro, nei prossimi mesi proprio queste stesse azioni potrebbero essere al centro di speculazioni di mercato perché, come si legge in una nota di Ascopiave di lunedì scorso, «il consiglio di amministrazione ha deliberato di avviare la fase preparatoria di un percorso teso a valorizzare le proprie attività nel settore della vendita del gas e a rafforzare e consolidare la propria presenza in quello della distribuzione, in entrambi i casi anche attraverso una o più partnership strategiche, dando mandato a questo fine a primari consulenti finanziari e legali».
Per Il Sole 24 Ore questo scatenerà a inizio 2019 l'interesse di tutti i big stranieri attivi in Italia come Edf (con Edison), Engie, E.On e Iberdrola, ma anche gruppi italiani come Hera, A2A, Alperia, Green Network e la stessa Eni Gas & Luce.
Francesco Campi
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