Siti da proteggere, l'Unesco torna a fare l'esame alla città

Giovedì 3 Giugno 2021
Siti da proteggere, l'Unesco torna a fare l'esame alla città
APPUNTAMENTO ON LINE
VENEZIA Il dossier Venezia e la sua laguna torna sotto esame alla 44. sessione del Comitato per il Patrimonio Mondiale dell'Unesco, che dovrà decidere se le azioni adottate dall'Italia per tutelare la fragilità della città sono state sufficienti a farla rimanere nei siti meritevoli di tutela o meno. L'appuntamento è in Cina, a Fuhzu, a un anno di distanza dalla precedente sessione annullata a data da destinarsi a causa della pandemia che sarà ora recuperata, dal 16 al 31 luglio, in modalità telematica. Una novità, l'attività online, che permetterà probabilmente una maggior partecipazione di pubblico ai dibattiti che assommano, di fatto, due anni di attività.
Come si ricorderà, nella seduta del 2019 in Azerbaijan, alla città di Venezia era stato dato una specie di ultimatum, con un tempo supplementare di alcuni mesi per correggere il tiro in merito alle numerose raccomandazioni da tradurre in atti concreti: erano infatti considerati strettamente necessari, per la permanenza nella lista dei siti patrimonio dell'umanità, interventi urgenti sul turismo, sullo spopolamento, sulle grandi navi, sul moto ondoso e sulle opere di salvaguardia. Tanto che a cavallo tra gennaio e febbraio dell'anno scorso, erano calati in laguna, in missione speciale, degli osservatori dell'Unesco per valutare i progressi fatti. Una missione in un periodo davvero anomalo, capitato all'indomani dell'Aqua granda che ha messo in ginocchio l'economia veneziana e alla vigilia di una pandemia che ha radicalmente modificato la fisionomia mondiale.
E a leggere i documenti conclusivi della missione, pubblicati un anno fa, alcuni problemi sembrano un lontano ricordo, altri pare siano rimasti congelati: da un lato il motondoso, con la riduzione del transito delle imbarcazioni comprese quelle del trasporto pubblico - sembra sia migliorato. Parlando di grandi navi il governo può far valere il fatto di aver approvato una legge per estrometterle dalla laguna, anche se gli effetti di questo provvedimento non sono affatto immediati, e da sabato la stagione crocieristica, pur in sordina, ripartirà dalla Marittima, con transito in Bacino San Marco, ora come allora. Parlando di spopolamento della città, i residenti sono diminuiti inesorabilmente, lasciando il centro storico veneziano sotto le 51 mila unità ufficiali, nonostante le politiche adottate dal Comune di Venezia sulla residenzialità. E quel turismo cafone in Piazza San Marco, che veniva additato come una piaga della città, viene oggi quasi vissuto come un rimpianto da molti imprenditori.
Quanto alle opere di salvaguardia, sicuramente le immagini del Mose sollevato in occasione delle numerose acque alte dell'inverno scorso hanno fatto fare bella figura, segno che la grande opera ancora in fase sperimentale funziona ed è riuscita a tenere all'asciutto per almeno venti volte la città dall'alta marea. Anche se poi si dovrà spiegare all'Unesco come mai il Mose non sarà finito entro il 2021 nonostante le promesse e come mai tarderanno anche le opere di salvaguardia della Basilica di San Marco e di tutela della laguna a compensazione dei danni ambientali causati dal sistema di dighe mobili alle bocche di porto.
Raffaella Vittadello
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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