«Servono altri due alberghi in città» Un piano per non far fuggire gli ospiti

Giovedì 13 Settembre 2018
«Servono altri due alberghi in città» Un piano per non far fuggire gli ospiti
I PROGETTI
PORDENONE In una settimana qualunque, non è affatto un problema trovare una camera d'albergo a Pordenone. Le strutture sono perfettamente in grado di tenere botta quando la città sonnecchia tra un evento e l'altro. Ma appena Pordenone si riempie, il sistema dell'accoglienza collassa. È capitato in questi giorni con Pordenonelegge, il festival letterario che scatterà la settimana prossima: alberghi e strutture ricettive già al completo da giorni, con gli ospiti costretti a trovare un letto in provincia di Treviso o di Udine. Inaccettabile, specie se si pensa che in città non esiste solo la festa del libro, ma anche il Cinema muto, Dedica e via dicendo. In poche parole, servono nuovi alberghi. «Almeno due», sentenzia l'assessore Cristina Amirante. Un business-hotel, da piazzare magari tra la Fiera e l'Interporto, e un albergo-boutique perfetto per il centro storico e per il turismo lento, di qualità.
LA STRETTOIA
Ma c'è un problema. Per permettere la nascita di alberghi moderni e all'altezza di una città che vuole diventare turistica, serve mettere mano a un piano regolatore che in questo senso è antico e anacronistico. «Ha una previsione specifica per quanto riguarda le strutture ricettive - spiega sempre Amirante - e non dà vantaggi. Anzi, prevede solamente la possibilità di recuperare stabili come l'ex birreria o alcune ville, ma i costi da sostenere sono altissimi. Per questo vogliamo semplificare le norme con una modifica del piano regolatore che renda possibile la nascita di uno o due poli per la ricettività». Tradotto, due alberghi. «Il primo edificio a cui si potrebbe pensare - prosegue l'assessore - è quello che si trova a pochi passi dalla Prefettura in viale Marconi. Rappresenterebbe un'ottima occasione per investire e far nascere un nuovo albergo. Naturalmente - precisa Amirante - non si tratterebbe di cementificare zone verdi, ma di lavorare su aree già urbanizzate». Oggi la città rischia di andare in tilt ad ogni grande evento: «I posti che abbiamo a disposizione non sono quasi mai sufficienti - è il commento laconico dell'assessore -, e non vogliamo che le persone fuggano a Treviso o a Udine per trovare una camera d'albergo».
GLI INTERESSATI
Al Comune arrivano pressioni. Sono quelle portate da chi gestisce poli fondamentali per la vita economica della città, come la Fiera e l'Interporto. Entrambe le direzioni chiedono che i privati siano lasciati liberi di investire e di realizzare nei pressi delle due aree le strutture alberghiere che permetterebbero di garantire agli ospiti un'accoglienza di livello durante le trasferte di lavoro. «E noi queste pressioni le vogliamo ascoltare - ripete Amirante dando ragione ai portatori d'interesse -. L'Interporto ha numeri in crescita, la Fiera ospita alcuni eventi unici nel loro genere. Mettere mano al piano regolatore per far crescere l'offerta alberghiera sarà un obbligo».
Marco Agrusti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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