I PROGETTI
PORDENONE In una settimana qualunque, non è affatto un problema trovare una camera d'albergo a Pordenone. Le strutture sono perfettamente in grado di tenere botta quando la città sonnecchia tra un evento e l'altro. Ma appena Pordenone si riempie, il sistema dell'accoglienza collassa. È capitato in questi giorni con Pordenonelegge, il festival letterario che scatterà la settimana prossima: alberghi e strutture ricettive già al completo da giorni, con gli ospiti costretti a trovare un letto in provincia di Treviso o di Udine. Inaccettabile, specie se si pensa che in città non esiste solo la festa del libro, ma anche il Cinema muto, Dedica e via dicendo. In poche parole, servono nuovi alberghi. «Almeno due», sentenzia l'assessore Cristina Amirante. Un business-hotel, da piazzare magari tra la Fiera e l'Interporto, e un albergo-boutique perfetto per il centro storico e per il turismo lento, di qualità.
LA STRETTOIA
Ma c'è un problema. Per permettere la nascita di alberghi moderni e all'altezza di una città che vuole diventare turistica, serve mettere mano a un piano regolatore che in questo senso è antico e anacronistico. «Ha una previsione specifica per quanto riguarda le strutture ricettive - spiega sempre Amirante - e non dà vantaggi. Anzi, prevede solamente la possibilità di recuperare stabili come l'ex birreria o alcune ville, ma i costi da sostenere sono altissimi. Per questo vogliamo semplificare le norme con una modifica del piano regolatore che renda possibile la nascita di uno o due poli per la ricettività». Tradotto, due alberghi. «Il primo edificio a cui si potrebbe pensare - prosegue l'assessore - è quello che si trova a pochi passi dalla Prefettura in viale Marconi. Rappresenterebbe un'ottima occasione per investire e far nascere un nuovo albergo. Naturalmente - precisa Amirante - non si tratterebbe di cementificare zone verdi, ma di lavorare su aree già urbanizzate». Oggi la città rischia di andare in tilt ad ogni grande evento: «I posti che abbiamo a disposizione non sono quasi mai sufficienti - è il commento laconico dell'assessore -, e non vogliamo che le persone fuggano a Treviso o a Udine per trovare una camera d'albergo».
GLI INTERESSATI
Al Comune arrivano pressioni. Sono quelle portate da chi gestisce poli fondamentali per la vita economica della città, come la Fiera e l'Interporto. Entrambe le direzioni chiedono che i privati siano lasciati liberi di investire e di realizzare nei pressi delle due aree le strutture alberghiere che permetterebbero di garantire agli ospiti un'accoglienza di livello durante le trasferte di lavoro. «E noi queste pressioni le vogliamo ascoltare - ripete Amirante dando ragione ai portatori d'interesse -. L'Interporto ha numeri in crescita, la Fiera ospita alcuni eventi unici nel loro genere. Mettere mano al piano regolatore per far crescere l'offerta alberghiera sarà un obbligo».
Marco Agrusti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA PORDENONE In una settimana qualunque, non è affatto un problema trovare una camera d'albergo a Pordenone. Le strutture sono perfettamente in grado di tenere botta quando la città sonnecchia tra un evento e l'altro. Ma appena Pordenone si riempie, il sistema dell'accoglienza collassa. È capitato in questi giorni con Pordenonelegge, il festival letterario che scatterà la settimana prossima: alberghi e strutture ricettive già al completo da giorni, con gli ospiti costretti a trovare un letto in provincia di Treviso o di Udine. Inaccettabile, specie se si pensa che in città non esiste solo la festa del libro, ma anche il Cinema muto, Dedica e via dicendo. In poche parole, servono nuovi alberghi. «Almeno due», sentenzia l'assessore Cristina Amirante. Un business-hotel, da piazzare magari tra la Fiera e l'Interporto, e un albergo-boutique perfetto per il centro storico e per il turismo lento, di qualità.
LA STRETTOIA
Ma c'è un problema. Per permettere la nascita di alberghi moderni e all'altezza di una città che vuole diventare turistica, serve mettere mano a un piano regolatore che in questo senso è antico e anacronistico. «Ha una previsione specifica per quanto riguarda le strutture ricettive - spiega sempre Amirante - e non dà vantaggi. Anzi, prevede solamente la possibilità di recuperare stabili come l'ex birreria o alcune ville, ma i costi da sostenere sono altissimi. Per questo vogliamo semplificare le norme con una modifica del piano regolatore che renda possibile la nascita di uno o due poli per la ricettività». Tradotto, due alberghi. «Il primo edificio a cui si potrebbe pensare - prosegue l'assessore - è quello che si trova a pochi passi dalla Prefettura in viale Marconi. Rappresenterebbe un'ottima occasione per investire e far nascere un nuovo albergo. Naturalmente - precisa Amirante - non si tratterebbe di cementificare zone verdi, ma di lavorare su aree già urbanizzate». Oggi la città rischia di andare in tilt ad ogni grande evento: «I posti che abbiamo a disposizione non sono quasi mai sufficienti - è il commento laconico dell'assessore -, e non vogliamo che le persone fuggano a Treviso o a Udine per trovare una camera d'albergo».
GLI INTERESSATI
Al Comune arrivano pressioni. Sono quelle portate da chi gestisce poli fondamentali per la vita economica della città, come la Fiera e l'Interporto. Entrambe le direzioni chiedono che i privati siano lasciati liberi di investire e di realizzare nei pressi delle due aree le strutture alberghiere che permetterebbero di garantire agli ospiti un'accoglienza di livello durante le trasferte di lavoro. «E noi queste pressioni le vogliamo ascoltare - ripete Amirante dando ragione ai portatori d'interesse -. L'Interporto ha numeri in crescita, la Fiera ospita alcuni eventi unici nel loro genere. Mettere mano al piano regolatore per far crescere l'offerta alberghiera sarà un obbligo».
Marco Agrusti
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