LA TESTIMONIANZA
DOLO «Non conosco una sola controindicazione cardiologica

Domenica 28 Novembre 2021
LA TESTIMONIANZA DOLO «Non conosco una sola controindicazione cardiologica
LA TESTIMONIANZA
DOLO «Non conosco una sola controindicazione cardiologica al vaccino». Lo dice un primario che negli ultimi due anni ha affrontato la pandemia curando le persone in un Covid Hospital (Dolo). É il dottor Fausto Rigo, cardiologo, che nel pieno della quarta ondata si scaglia contro le fake news dei no qualcosa, senza nascondere o dimenticare gli errori commessi dalla Sanità, come accantonare per troppo tempo le altre malattie, pretendendo adesso di recuperare in Veneto 50 mila prestazioni arretrate (più le nuove inerenti al long Covid) con organici ridotti del 30% causa licenziamenti da esaurimento psicofisico e passaggio al privato.
«SIAMO ESAUSTI»
«É quasi peggio adesso rispetto alla prima ondata - spiega Rigo - Il nostro è il lavoro più bello del mondo, ma molti sono esausti, non ce la fanno più, senza poter nemmeno praticare le proprie attività specialistiche, fagocitate dalle attenzioni sul virus. Durante la prima fase - ricorda - ho fatto le guardie attive che non facevo da 20 anni, curando pazienti per i quali non avevo competenza, ma era giusto in quel momento, c'era solidarietà di fronte alla catastrofe; poi, però, tutti dovevano tornare al loro posto, avviando una turnazione con i colleghi di ospedali no Covid: ma non è stato così». E adesso ci risiamo. «Sì, ma se riusciremo nei compiti terza dose e sensibilizzazione vaccinale non rivedremo i fantasmi del passato».
Il dottor Rigo è promotore di un progetto contro le fake news. «Con le associazioni di volontariato stiamo organizzando degli incontri web a cui partecipano diversi specialisti, allo scopo di fare chiarezza in nome delle evidenze inoppugnabili». Per Rigo il no vax «è una bandiera inaccettabile, e quando il rifiuto proviene da medici la censura deve essere netta, perché offendono cultura scientifica e missione deontologica. Alcuni pazienti mi hanno chiesto l'esenzione - racconta - ma io li ho convinti, con calma, illustrando tutta la procedura per non avere problemi, e nessuno ha riportato effetti collaterali. Altri, invece, che non sono riuscito a convincere, sono finiti in Rianimazione. É normale avere paura, ma di fronte abbiamo un virus mortale o che provoca conseguenze terribili, come un polmone che respira la metà di prima: l'essere umano non può non usare il buonsenso, deve scegliere la via che permette di avere meno danni. Non vaccinarsi riflette ignoranza, e il rifiuto al confronto. E basta falsità sui social - prosegue - come la bufala delle miocarditi da Covid o miopericarditi da vaccino, che in due anni ho visto una volta su centomila, ed erano giovani, questo sì, ma con un po' di cortisone nel giro di una settima tutto risolto; invece, per un paziente che finisce in semi intensiva, ancora oggi, l'unica speranza non è un medicinale, ma il rosario, perché non esiste terapia di efficacia dimostrata, mentre il vaccino è certezza, inoculata a milioni di persone, altro che sperimentale. Semmai sono i monoclonali ad essere più sperimentali. I non vaccinati - aggiunge - dovrebbero avere più rispetto per gli operatori sanitari che senza ricambi da due anni lottano stremati per salvare vite, e che adesso si ritrovano in pochi a gestire patologie di sempre e quarta ondata, la maggior parte di non vaccinati: una condizione che non reggerà per molto».
MALATTIE TRASCURATE
Un'ulteriore questione è la presenza (minima) di vaccinati tra i ricoverati. «Molti sono anziani che, come in epoca pre-covid, vengono ricoverati per i loro problemi: ma adesso viene fatto il tampone all'ingresso». Rispetto all'epoca pre vaccinale non vi sono evidenze scientifiche che il ricovero sia legato alla positività. Una delle maggiori preoccupazioni del cardiologo sono le malattie trascurate, alle quali si aggiungono quelle riconducibili al long Covid. Il 35% di mortalità in più nel 2020 sul 2019, non è infatti solo virus, ma pure paura del virus. «Tanti hanno evitato le visite per il timore di contagiarsi, e alcuni hanno subito infarti a casa; per le mammografie ritardate di un anno e mezzo oggi si parla di cancro metastatico». Per non parlare dei danni cardiologici: si calcola che il 30% di pazienti con patologia acuta da Covid svilupperà patologia cardiaca nei mesi successivi. «Mi spaventa molto quella fascia ampissima che non avendo avuto la malattia grave si è curata a casa, e dunque non ha mai eseguito controlli».
Insomma il lavoro che attende il sistema sanitario è immane. «Non illudiamo le persone: recuperare tutte le prestazioni arretrate sarebbe impensabile anche con gli organici al completo, ma con la diaspora di medici e infermieri è impossibile. Bisognava tornare alla normalità prima. C'è ancora troppo sbilanciamento verso il Covid. Io sto perfino facendo il medico di base per i miei pazienti che non riescono più a parlare con nessuno, in un momento in cui tutti avremmo bisogno di ascolto».
Luca Bagnoli
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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