LA RIPARTENZA
VENEZIA Domenica a Venezia e in laguna sono tornati i turisti.

Martedì 26 Maggio 2020
LA RIPARTENZA
VENEZIA Domenica a Venezia e in laguna sono tornati i turisti. Per carità, quasi nessuno di essi ha passato la notte in una delle poche stanze d'albergo disponibili, ma almeno dalla città è arrivato un segnale di vitalità dopo due mesi e passa di clausura totale e sei di sofferenza a causa dell'acqua alta disastrosa tra il 12 e il 17 novembre.
«Mi fa piacere che siano arrivati in massa veneti e friulano a godersi Venezia in un modo un po' diverso dal solito - commenta il direttore dell'Associazione veneziana albergatori (Ava), Claudio Scarpa - si sono goduti la bella giornata di sole e la città, si sono mangiati un panino o un pezzo di pizza, ma non li considererei turisti. Quelli sono un'altra cosa e fino a quando non si potrà viaggiare neanche tra regioni italiane lontane l'una dall'altra non si parlerà di turismo».
POCHE PRENOTAZIONI
Il termometro della pressione turistica su Venezia sono di solito le prenotazioni alberghiere. Questo periodo, però, non fa testo poiché le strutture sono quasi tutte chiuse.
«Fino al 18 - continua Scarpa - erano aperti 3-4 alberghi. Adesso ce ne sono un'altra decina. Ogni giorno, insomma qualcuno riapre. La maggior parte tuttavia aprirà a inizio luglio, poiché si aspetta la riapertura dei voli e la riapertura dei confini regionali. Le prenotazioni, però, dovrebbero partire per settembre, quando si spera sarà tutto sotto controllo. A luglio e agosto più del 10-15 per cento di occupazione delle camere non lo darei. Questo lo so perché ho sentito da poco gli albergatori che stanno riaprendo e quelle sono le richieste e le intenzioni raccolte fra i clienti. Anche da settembre, comunque, non è che avremo il pienone. Al momento è ipotizzabile un'occupazione delle camere al 35 per cento circa».
C'È CHI TIENE CHIUSO
Un buon 20 per cento delle strutture alberghiere non aprirà nemmeno per settembre e punterà tutto sul 2021.
«Si tratta di chi ha oltre alla gestione anche la proprietà dello stabile. Chiudendo riesce a minimizzare le perdite facendosi trovare pronto per l'anno prossimo. Lo stimolo ad aprire è soprattutto, anche se non solo, di chi ha affitti da pagare e cerca almeno di uscire dalle spese in questa situazione».
La situazione, insomma, è molto variabile, per non dire liquida e bisogna capire cosa accade giorno dopo giorno, settimana dopo settimana.
«Stiamo a vedere, perché dipende molto dallo sviluppo che avrà la pandemia - prosegue - la gente ha voglia di viaggiare, questo è certo e se i governi capiscono che i confini devono restare aperti anche per fini turistici si potrà tornare presto a una qualche normalità. La visione d'insieme però, non è buona, soprattutto per come si sta comportando l'Europa, cioè malissimo: ognuno sta andando per i fatti suoi e, a questo proposito, segnalo l'incomprensibile posizione dell'Austria. Poi anche all'interno dell'Italia sembra si stia giocando così, come alcune regioni che vorrebbero bloccare l'accesso ad altri italiani chiedendo una sorta di passaporto sanitario. Non si va da nessuna parte così».
GLI EVENTI
Adesso per gli albergatori veneziani è il momento di pensare ad animare adeguatamente l'autunno e l'inverno.
«Lancio un appello al Comune, se mi è consentito - prosegue il direttore di Ava - di concentrare gli eventi che so starebbe organizzando nei mesi di novembre dicembre e gennaio. A settembre e ottobre Venezia ha una sua forza, ma da novembre sarebbe bene riuscire ad attirare turismo pernottante per arrivare a Carnevale 2021, che dovrebbe essere quello che segna la fine di questo dramma. Quanto a noi, faremo promozione territoriale, nel senso che una delle cose che diremo sarà che il Veneto è più sicuro, grazie ai nostri medici, ai nostri scienziati e ai nostri politici».
Infine, una doverosa precisazione sugli stranieri visti e sentiti nei giorni scorsi.
«Si tratta di stranieri che non sono riusciti a tornare in patria o non hanno voluto farlo perché si sentivano più sicuri in Veneto. E poi c'è un sacco di gente che vive nel Veneto che ha una lingua madre diversa dalla nostra. I veri turisti - conclude - non arriveranno fino all'avvio dei voli, i primi di giugno».
Michele Fullin
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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