CORTINA - Prima la pioggia, poi la distruzione. Succede tutto nella notte tra il 4 e il 5 agosto, una settimana fa. Succede tutto tra Cortina e Misurina. L'evento meteorologico che provoca l'esondazione del Bigontina e porta massi e fango ad Alverà si forma sul Cristallo. La cella temporalesca nasce attorno a mezzanotte, tra i bagliori dei lampi e le prime gocce di pioggia. E cresce in un batter d'occhio. I radar mostrano l'intensità del nubifragio, i pluviometri ne misurano gli effetti. La stazione Arpav di Misurina (quella più vicina all'evento) registra oltre 40 millimetri di pioggia in mezzora, 60 millimetri in 45 minuti, 62 millimetri in un'ora. E addirittura 111 millimetri in tre ore. A Rio Gere i quantitativi di pioggia sono sicuramente più elevati visto che l'occhio del ciclone guarda proprio giù dal Cristallo (ma mancano i dati pluviometrici esatti). Il nubifragio è un vero e proprio attacco. Sembra una granata che si scaglia sul Cristallo e su Rio Gere. A farne le spese, il torrente Bigontina, che si gonfia di acqua e detriti, trascinati giù dalla montagna. L'onda di fango, pioggia e massi ostruisce l'alveo del corso d'acqua. Che esce dal letto e si butta dovunque trovi una valvola di sfogo. L'abitato di Alverà viene invaso. Una macchina viene travolta e la sua conducente (Carla Catturani) diventa vittima del maltempo. Sono solo le 4 di mattina: l'inizio di una giornata da post-apocalisse.
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