L'ALLARME
BELLUNO La presidente di Confartigianato Belluno, Claudia Scarzanella,

Lunedì 12 Aprile 2021
L'ALLARME
BELLUNO La presidente di Confartigianato Belluno, Claudia Scarzanella, lancia l'allarme: «Le imprese artigiane del Bellunese sono in difficoltà per il continuo aumento dei costi di materie prime, prodotti lavorati e semilavorati». Due i rischi che, sempre secondo Conartigianato, si profilano all'orizzonte: non poter lavorare per agganciare la ripresa post-Covid e, a seguire, «che l'inflazione impedisca un reale ritorno alla normalità economica». Le parole dalla presidente Scarzanella raccolgono il disagio di moltissimi imprenditori e artigiani bellunesi. Il problema del rincaro delle materie prime e dell'allungamento dei tempi di consegna riguarda in particolare il sistema casa, l'edilizia, la carpenteria metallica e il legno-arredo.
DIFFICOLTÀ GLOBALE
Ma non c'è nessuna impresa che possa davvero chiamarsi fuori dalla questione, perché l'aumento dei prezzi tocca sensibilmente anche il petrolio e i carburanti, con conseguenze che si allargano di conseguenza a tutto il mondo produttivo. Secondo l'ultimo aggiornamento del Fmi (Fondo monetario internazionale) nel mese di febbraio i metalli hanno visto crescere i prezzi complessivamente del 54% rispetto al 2020 (ferro +60%, rame e alluminio +20%, lamiere di acciaio +50%). Il prezzo del petrolio è aumentato del 50%, quello delle plastiche, della gomma, e del legno del 10%. «Siamo di fronte ad aumenti che non si vedevano da oltre un decennio - spiega il direttore di Confartigianato Belluno, Michele Basso - e che mettono in seria difficoltà il lavoro degli artigiani, tanto più in un periodo già complicato come quello che stiamo vivendo, tra le restrizioni da Covid e i problemi negli spostamenti. I bonus e superbonus per i lavori edili e le riqualificazioni energetiche rischiano di non sortire alcun effetto in questa situazione e il timore è che siano stati proprio i bonus ad agevolare, perlomeno in Italia, un rapido innalzamento dei costi, perché vediamo che sono cresciuti velocemente i costi di prodotti lavorati e semilavorati, come i cappotti per le case».
IL NODO APPALTI
Interessante una ulteriore riflessione proposta da Basso: «La preoccupazione maggiore riguarda soprattutto i lavori edili su opere pubbliche, per quegli appalti che sono stati contrattualizzati con prezzi vecchi e che oggi non possono essere cambiati: le imprese che si trovano a dover portare avanti certi lavori ci rimetteranno. Cogliamo l'occasione per rivedere una volta per tutte i prezzari degli appalti pubblici, evitando il sistema dei massimi ribassi». Conclude Scarzanella: «Chiediamo correttivi immediati, anche per evitare di fermare di nuovo il lavoro a causa della difficoltà di reperire la materia prima. Dopo il lockdown e i mesi difficili, ulteriori rallentamenti sarebbero funesti. Gli scenari di rischio sono due, se la situazione di aumento incontrollato dei prezzi rimarrà tale: o le imprese saranno costrette a scaricare i maggiori costi sul cliente, oppure non potranno reggere l'inflazione che arriverà una volta che ripartirà il mercato dopo il Covid».
Giovanni Santin
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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