IL CASO
VENEZIA C'è preoccupazione in città dopo l'ultima sforbiciata

Venerdì 4 Dicembre 2020
IL CASO
VENEZIA C'è preoccupazione in città dopo l'ultima sforbiciata alle frequenze e alle corse su acqua e gomma del trasporto locale pubblico. Il 1. dicembre Actv ha stabilito di rivedere gli orari dei mezzi alla luce delle recenti revisioni ai Dpcm, che portano così a un diradamento degli orari, soprattutto nelle fasce dopo le 18. Questo ha portato ad un po' di apprensione sia per il momento attuale, che nella prospettiva di quando riapriranno le scuole. Uno dei timori maggiori è l'assembramento in alcuni mezzi anche se è corretto ricordare che la verifica del rispetto del distanziamento sociale non sta al personale Actv, ma alle persone o, in caso di necessità, alle forze dell'ordine. Da più parti arrivano però segnalazionmi che da tempo si susseguono, se nel recente passato sotto l'occhio del ciclone era finita la fermata della Fincantieri, oggi su bus e vaporetti si rilevano ancora casi di sovraffollamento.
«Continuano ad arrivarci in questi giorni segnalazioni di sovraffollamento nei trasporti documentate da foto a dir poco raccapriccianti. Negli orari di punta i mezzi d'acqua e di terra del trasporto pubblico sono saturi e ben oltre la capienza prevista dal decreto», accusa la capogruppo del Pd Monica Sambo. Secondo l'azienda si tratta però di sensazioni perché a parlare sono i numeri: «Su un bus possono salire cinquanta persone circa. Su un vaporetto un centinaio», affermano dal gruppo che gestisce i trasporti pubblici. Oltre a questo l'azienda ha più volte in passato confessato che le foto possono esser traditrici, dato che possono anche essere scattate in particolari momenti, come quello della discesa o della salita dal mezzo. Momenti, appunto, in cui necessariamente le persone si pongono in fila non rispettando il metro di distanza, aumentando il rischio di contagio. Nel caso specifico, a patire il rischio più grave sono soprattutto i pendolari. E proprio in questo senso, Sambo accusa: «È inutile attribuire la responsabilità del sovraffollamento alle restrizioni sul numero di passeggeri, restrizioni che, lo ricordiamo, sono state stabilite per garantire la sicurezza degli utenti e dei lavoratori Actv. Nelle altre città infatti le corse sono state confermate o addirittura potenziate. Piuttosto è stata la paradossale riduzione delle corse di autobus e vaporetti a creare questa situazione insostenibile».
Ancora una volta sul banco degli imputati sale la frequenza delle corse: «Un esempio è la drastica riduzione della linea due (tre corse all'ora) che provoca il congestionamento della linea uno, soprattutto nella fascia dalle 7 alle 9, che è quella utilizzata non solo dai lavoratori ma anche degli studenti. Cosa succederà infatti il 7 gennaio quando riapriranno le scuole superiori»? Pure in questo caso, l'azienda risponde con i numeri: «Da una linea 2 ogni ventiquattro minuti e 2/ ogni ventiquattro minuti a fascia oraria, si passa a 2/ ogni 20 minuti tutto il giorno. Sulle 13 ore (Dalle 7 alle 20) c'erano 26 corse di linea 2 e 10 corse di linea 2/ ora ci sono 39 corse di linea 2/». Per quello che invece riguarda la riapertura delle scuole, il timore è l'aggravio delle presenze all'interno dei mezzi. Su questo, più volte Actv ha chiarito di monitorare costantemente i punti di possibile debolezza, in maniera da cercare di intervenire tempestivamente e sanare le eventuali falle di programmazione. Intanto ieri l'azienda ha annunciato il potenziamento con alcune corse del tram a Mestre: nei festivi di pomeriggio la linea T1 correrà ogni 20 minuti (al posto dei 30 attuali) con corse aggiuntive feriali pomeridiane fra Mestre centro e Favaro.
Tomaso Borzomì
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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