IL BILANCIO
VENEZIA Più di cento giorni dopo, le terapie intensive del Veneziano

Domenica 31 Maggio 2020
IL BILANCIO
VENEZIA Più di cento giorni dopo, le terapie intensive del Veneziano si sono svuotate. L'ufficialità l'ha data ieri pomeriggio il bollettino di Azienda Zero che ha certificato come i reparti di Rianimazione degli ospedali dell'Ulss 3 e dell'Ulss 4 registravano zero alla voce pazienti ricoverati. Ed è questo, senza ombra di dubbio, il dato che più balza all'occhio nel leggere un bollettino in cui si registrano solo 3 nuovi casi in ventiquattro ore, in cui i ricoveri totali restano 36 (ma nelle rianimazioni non ci sono pazienti Covid) e il numero dei decessi non è aumentato. Calano ancora gli attualmente positivi, arrivati a 151 (-18) e salgono a 2.224 i negativizzati virologici, cioè i guariti.
LA LUNGA CORSA
Per arrivare al dato di ieri della Terapia Intensiva non è stato facile. Quando il 22 febbraio, all'1.30 è scoppiata l'emergenza coronavirus, per rispondere a quella che sarebbe stata la battaglia del secolo, l'Ulss 3 Serenissima aveva messo a disposizione di medici e pazienti anche gli 8 posti letto della Cardiochirurgia portando così il complessivo a 54 posti in Rianimazione. Uno sforzo sublimato dagli altri 55 posti aggiunti via via fino a inizio aprile, quando il totale dei posti letto di Terapia Intensiva è arrivato a toccare quota 101.
Se Venezia ha rischiato il collasso dei reparti di Terapia Intensiva, il rischio si è corso il 23 e il 26 marzo quando il numero di posti liberi nelle Rianimazioni degli ospedali dell'Ulss 3 si è sgretolato con il passare delle ore e dei nuovi ingressi, tra malati Covid e pazienti che su un letto di Terapia Intensiva si sdraiavano per i più svariati motivi. Il cuscinetto si era così assottigliato fino a raggiungere le sole 7 postazioni disponibili sulle 80 dell'intero territorio tra Venezia, Mestre, Dolo, Mirano e Chioggia. Negli stessi giorni tutto il territorio era stato sotto pressione: il momento più critico è stato affrontato il 26 marzo in Terapia Intensiva e il 31 marzo in generale», quel giorno in provincia c'erano stati 308 letti occupati tra Ulss 3 e Ulss 4. Da lì, la discesa, lenta ma costante. Dall'inizio di aprile, con 101 posti letto complessivi già a disposizione, se ne contavano 25 liberi. Un crollo arrivato fino al bollettino di ieri alle 17, quando anche l'ultimo paziente Covid ha lasciato il proprio letto di rianimazione. Nel conto, certo, vanno inseriti anche le centinaia di decessi che hanno segnato questa curva impensabile fino a febbraio e diventata poi tremendamente reale.
Nicola Munaro
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci