Caccia al fortunato che si è aggiudicato 77,7 milioni di euro

Giovedì 3 Agosto 2017
Caccia al fortunato che si è aggiudicato 77,7 milioni di euro
Impauriti, ingrati o ignari? Sono i vincitori milionari di SuperEnalotto, Gratta&Vinci e affini: baciati dalla dea bendata, come nell'ultimo caso avvenuto nella veneziana Caorle (schedina da 4,50 euro e jackpot da 77,7 milioni), ma invisibili, irriconoscenti, forse addirittura inconsapevoli. E così, mentre è scattata l'inevitabile caccia all'anonimo fortunato, potrebbe essere che a gioire sia in realtà l'erario.
Ieri nelle ricevitorie del Veneto non si parlava d'altro. Figuriamoci all'edicola-tabaccheria Filippi in viale Santa Margherita a Caorle, ressa di clienti e frenesia di chiacchiere, tutti a fare battute e azzardare ipotesi: «Secondo me è uno del paese» (11.700 abitanti); «No, per me è un turista» (4,5 milioni di presenze in estate, con punte in questi giorni torridi di 150.000 villeggianti). «Qui sono tutti elettrizzati dicono dall'esercizio della signora Jole ma per quanto ci riguarda siamo qui a lavorare, come ogni giorno. Certo, più contenti del solito, anche se non ci aspettiamo niente. Al massimo un grazie, che però non è ancora arrivato e chissà se mai arriverà. Del resto non ci esporremmo nemmeno noi, quanto meno non subito: troppa curiosità, troppi timori».
In effetti i precedenti non indicano grandi esibizionismi. Prendiamo la vincita più alta mai registrata a Nordest, la settima di sempre nella storia del SuperEnalotto, lo scorso 25 febbraio nella località padovana di Mestrino: 93,7 milioni, ma zero tracce. «Ad un certo punto racconta Moreno Michielon, titolare del market La bottega si era diffusa la voce che potesse trattarsi di un imprenditore. Un ragazzo aveva detto agli amici: Ha vinto mio papà. Ma quella famiglia è rimasta la stessa di sempre, nessun bolide, nessuna villa, per cui abbiamo concluso che si è trattato di una goliardata. A noi va bene così, questa storia ci ha procurato tanta pubblicità e più incassi, però ci è rimasto il dubbio: chi sarà? Il nostro è un negozio di paese, la clientela di passaggio è davvero rara, però non abbiamo notato stravolgimenti fra i nostri concittadini, per cui non escludiamo che a vincere sia stato qualcuno che non lo sa».
Se la ricevuta della vincita milionaria non viene presentata alla Sisal di Milano entro 90 giorni dall'estrazione, infatti, la somma viene riversata nelle casse pubbliche. «Personalmente sono convinto che gli smemorati siano più di quelli che si pensa dice Stefano Feletto, titolare del Re Sole nella trevigiana San Biagio di Callalta, teatro di un 6 da 4,8 milioni il 3 febbraio 2015 almeno a giudicare dal comportamento di tanti miei clienti. Quelli che non arrivano con i numeri in testa, legati ad un sogno o a qualche data, si affidano alle schedine precompilate e a volte neanche si ricordano di controllare i risultati. Chi vince piccole somme le riscuote subito e ti offre anche il caffè, ma dei milionari non si è mai fatto vivo nessuno».
Soltanto una volta, dopo il milione grattato e vinto il 22 dicembre 2016 all'esercizio Da Lina dei coniugi Da Dalto nella trevigiana Gorgo al Monticano, è arrivato un biglietto anonimo: «Grazie Piero e Fiorenza ricorda il proprietario e siccome io all'anagrafe sono Pietro, ho pensato che si trattasse di qualcuno che mi conosce bene. Chi, però, non l'ho mai saputo. Solo una coppia di romeni, che in un'altra occasione avevano vinto 10.000 euro, sono venuti a ringraziarci con una bottiglia di vino».
In attesa che il jackpot caorlotto venga rivendicato, al sindaco Luciano Striuli non resta che lanciare un appello al neo-Paperone: «Che sia un residente o un turista, finanzi un'opera pubblica a sua scelta. Il nuovo teatro, la riqualificazione di una strada, il restauro della casa di riposo: quello che vuole. E potrà anche imprimere il suo nome su una targa».
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