Brugnaro e Salvini patto di San Marco

Mercoledì 12 Febbraio 2020
CENTRODESTRA
VENEZIA Sulla carta l'accordo ancora non c'è: quello sarà frutto di trattativa su programmi e nomi. Ma stando ai fatti, l'accordo tra Matteo Salvini e Luigi Brugnaro, tra Lega e Fucsia, per le prossime elezioni comunali, è qualcosa di più di un progetto o di un desiderio. Sta negli sguardi, nelle parole, nelle convergenze (si diceva un tempo) e nelle strette di mano che sembrano suggellare un'intenzione: quella di andare uniti per garantire il bis a Ca' Farsetti al sindaco uscente. Certo, è un'alleanza tutta da costruire, per garantire pesi e contrappesi, però la passeggiata di ieri mattina del leader della Lega a San Marco è stata percepita come qualcosa in più di un ritorno a Venezia dopo l'acqua alta del 12 novembre.
Salvini non si è voluto esprimere apertamente a favore di un sostegno a Brugnaro. E lo stesso sindaco ha tenuto coperte le sue intenzioni, indossando freudianamente un giubbotto mimetico. Il leader del Carroccio, a parole, è stato lapidario, passeggiando tra la Piazza e i Giardinetti Reali. «Ognuno farà le sue scelte - ha detto - Venezia è una città bella, pulita, mi pare ben amministrata, quasi bella come Milano».
LA TRATTATIVA
Qualcosa in più ha detto, davanti a un caffè, il coordinatore provinciale della Lega Andrea Tomaello: «C'è una trattativa, stiamo ragionando con profitto, vediamo. Oggi ne abbiamo parlato con Salvini, ha apprezzato quanto fatto finora». Il riferimento è ai 150milioni all'anno per dieci anni chiesti dal sindaco per salvare Venezia, motivo che ha portato qui il leghista: «Qui servono almeno 150 milioni all'anno per evitare che la città finisca sott'acqua una volta al mese. Già ci sono i problemi tra l'acqua alta, il coronavirus in chiave turistica, i tanti bastian contrario sulle grandi navi, almeno il Governo tiri fuori i soldi necessari».
Quindi il sindaco ha ribadito: «Sono soldi necessari per ristrutturare le abitazioni, scavare i canali, completare l'antincendio, costruire le fognature e alzare alcune rive. Servono soldi per salvare Venezia».
Tra sorrisi, selfie e strette di mano, il discorso è poi tornato sull'aspetto elettorale: «Il verde e il fucsia sono colori diversi, che non è che vadano proprio bene abbinati, però vediamo - ha continuato Tomaello con a fianco Brugnaro -. Il sindaco ha detto che ha un buon rapporto con la Lega, ci tiene a darci spazio, c'è disponibilità, se ci sarà una classica coalizione di centro destra, con Forza Italia e Fratelli d'Italia è possibile».
Dopo aver chiarito che il caffè sarebbe stato pagato dalla Lega, Tomaello ha rilasciato una battuta anche sul candidato del centro sinistra, che ancora non è stato svelato: «Sono momenti, la sinistra sta avendo difficoltà a trovare un candidato, in passato è capitato anche a noi, se vogliono però c'è Gian Angelo Bellati libero, se invece sarà una donna, in bocca al lupo».
I TEMI LOCALI
Quindi il coordinatore è entrato nel dettaglio del possibile accordo: «Lui (Brugnaro, ndr) ha un approccio unilaterale. Sul turismo, il contributo di sbarco può andare, ovvio che qualcuno all'inizio scapperà, ma vedremo». Un'apertura importante dopo che in passato il Carroccio aveva dimostrato rigidità verso questa tassa, a partire dall'ex ministro del Turismo Centinaio per finire, ultimamente, con l'assessore regionale Caner, che aveva chiesto al Comune il rinvio dell'applicazione del balzello.
E ancora: «Sulle grandi navi c'è un accoro con la Regione sul Vittorio Emanuele, personalmente vedrei bene un terminal a Marghera con qui gli yacht del lusso. Infine sulle municipalità c'è da discutere se riorganizzarle, potenziarne i poteri o lasciarle così». Sul Mose invece c'è ottimismo: «Matteo Salvini - ha proseguito Tomaello - ha chiesto informazioni al sindaco, c'è da sperare che finisca e funzioni».
I TEMI NAZIONALI
Infine, il leader del Carroccio ha rilasciato alcune considerazioni a livello nazionale. Sul processo Gregoretti ha dichiarato: «Se domani la maggioranza riterrà di mandarmi a processo non faremo opposizione, era un mio dovere proteggere i confini del mio Paese e l'ho fatto come si fa con casa propria». Preoccupazione è stata espressa per lo stato dell'economia italiana, che: «Sta rallentando drammaticamente». Ma in un video registrato a bordo di un taxi che lo portava all'aeroporto, da dove è ripartito alla volta di Roma si è dimostrato agguerrito: «Ci torneremo al Governo, perché io non mollo». Parole al miele anche per chi lo sostiene: «Ringrazio tutti coloro che mi salutano, i poliziotti che mi dicono ciao ministro. Ma l'emozione più bella è stata ieri, a Padova. Mi ha fermato un ragazzino di 15 anni che, dopo avermi stretto la mano, mi ha detto Matteo sei il mio secondo papà. E a quel punto che dici? Mi si apre il cuore e quindi, processi e minacce, tutto se ne va via. Certo che ogni tanto mi chiedo ma chi te lo fa fare. Ma sono proprio episodi come questo che danno ossigeno».
Tomaso Borzomì
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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