TRIBUNALE
PORDENONE La Lungomare Lignano Scarl, associazione temporanea di imprese creata per il rifacimento del lungomare dell'omonima località balneare friulana, ha fatto istanza di concordato preventivo. La richiesta è stata depositata in bianco: ci sono 60 giorni di tempo per proporre un piano. La Lungomare, per la quale è stato nominato commissario Federico Borean, è una costola dell'Impresa Polese Spa di Sacile. La Scarl si è trovata in difficoltà proprio in seguito al concordato Polese, sul quale vigila sempre Borean.
L'Impresa Polese avrebbe dovuto presentare il suo piano di rilancio a fine dicembre, ma ha ottenuto dal Tribunale di Pordenone una proroga di trenta giorni che scade il 28 gennaio. All'origine della crisi vi è un contenzioso che riguarda la costruzione del ponte sul Ticino a Vigevano, un'opera da 51 milioni di euro finanziata dall'Anas e che vedeva la Provincia di Pavia come stazione appaltante. La crisi- come per molte altre aziende edili - è stata determinata dai mancati pagamenti dell'amministrazione pubblica che hanno costretto la Polese a rinunciare anche al cantiere per il nuovo ospedale, proprio per mancanza di risorse.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA PORDENONE La Lungomare Lignano Scarl, associazione temporanea di imprese creata per il rifacimento del lungomare dell'omonima località balneare friulana, ha fatto istanza di concordato preventivo. La richiesta è stata depositata in bianco: ci sono 60 giorni di tempo per proporre un piano. La Lungomare, per la quale è stato nominato commissario Federico Borean, è una costola dell'Impresa Polese Spa di Sacile. La Scarl si è trovata in difficoltà proprio in seguito al concordato Polese, sul quale vigila sempre Borean.
L'Impresa Polese avrebbe dovuto presentare il suo piano di rilancio a fine dicembre, ma ha ottenuto dal Tribunale di Pordenone una proroga di trenta giorni che scade il 28 gennaio. All'origine della crisi vi è un contenzioso che riguarda la costruzione del ponte sul Ticino a Vigevano, un'opera da 51 milioni di euro finanziata dall'Anas e che vedeva la Provincia di Pavia come stazione appaltante. La crisi- come per molte altre aziende edili - è stata determinata dai mancati pagamenti dell'amministrazione pubblica che hanno costretto la Polese a rinunciare anche al cantiere per il nuovo ospedale, proprio per mancanza di risorse.
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