LE TESTIMONIANZE
BRUGNERA «È come se mi fosse caduta una bomba addosso».

Sabato 26 Ottobre 2019
LE TESTIMONIANZE BRUGNERA «È come se mi fosse caduta una bomba addosso».
LE TESTIMONIANZE
BRUGNERA «È come se mi fosse caduta una bomba addosso». Giovanni Lucchese abita a pochi metri di distanza dal luogo dove ieri si è consumata la tragedia. Ha gli occhi lucidi, fatica persino a parlare. Si commuove mentre ricorda Avellino, l'amico che non c'è più. Si conoscevano da quando erano ragazzini. E, a distanza di anni, non si erano mai persi di vista. «Ci vedevamo praticamente ogni giorno - Lucchese china il capo - e stasera gli sarai sicuramente andato a fare visita. Non posso immaginare che sia stato sbranato dagli stessi cani che accudiva e ai quali ogni giorno dava da mangiare». Cani che, come ha ricordato lo stesso Lucchese, «si sono sempre comportati bene». Per questo risulta ancora più difficile capire che cosa sia effettivamente successo ieri, alle 13, in viale Livenza. «Non me lo immagino neanche - allarga le braccia l'amico Giovanni - . Per me è già impossibile che sia successo».
GLI AMICI
Sono tante le persone che conoscevano Avellino. Una persona «mite», che ha lavorato come falegname alla Presotto di Brugnera sino al raggiungimento della pensione. E' il ritratto che emerge dal racconto di un altro amico, Armando Carniello, che cerca di darsi un po' di coraggio. Ha parole dolci per Giancarla, la figlia dello sfortunato anziano, che prova a rincuorare con un abbraccio. «Non si può morire così - le parole commosse di un conoscente, che ha preferito rimanere nell'anonimato - , sbranati da un cane. Non lo posso concepire». E' un duro colpo per la comunità. Un episodio che ha scosso tutti e, in modo particolare, chi conosce la famiglia Corazza. «Non doveva accadere - le parole del vicesindaco Maurizio Foltran che, quasi per caso, si è imbattuto nella disgrazia anche perché, da quanto ho potuto apprendere, Avellino era pratico con i cani».
IL VICINO
Foltran abita nelle vicinanze. Stava percorrendo viale Livenza per recarsi al lavoro quando ha incrociato la prima partenza dei vigili del fuoco e la macchina dei carabinieri. «I mezzi, a sirene spiegate, hanno svoltato verso la laterale dove abitava Avellino. Quando mi sono fermato per chiedere che cos'era successo, mi è stato comunicato che un uomo era stato azzannato da un cane. E che era gravissimo. Altro, essendo l'episodio accaduto pochi minuti prima, non mi è stato riferito. Soltanto con il passare dei minuti, anche sentendo altre persone, ho capito che si era verificata una tragedia». Il vicesindaco conosce bene soprattutto Giorgio, il figlio della vittima: «Una brava persona, molto attiva nel sociale. E' un duro colpo per la comunità di Brugnera. E' un fatto che, comunque siano andate le cose, non doveva succedere».
IL SINDACO
Il tam tam, che si è subito diffuso in paese, ha raggiunto in breve tempo il sindaco Renzo Dolfi che è riuscito a parlare, seppure per pochi istanti, con Giorgio Corazza: «Era sconvolto ammette il primo cittadino anche perché si è trovato di fronte una scena che non avrebbe mai immaginato di vedere. Ha cercato di strappare il padre dalla foga di quei due cani ma quando c'è riuscito era ormai troppo tardi. Avellino, a causa delle profonde ferite riportate, era già morto». Giorgio era sconvolto, non riusciva a darsi pace: «Mi ha raccontato, tra le lacrime, che il papà gli chiedeva aiuto con un braccio alzato. E' stato un momento terribile - Dolfi si fa ancora più serio - , che non auguro possa capire a nessun altro. Ho sentito tante voci rincorrersi insieme ad altrettante opinioni. Prima di tutto chiederei rispetto per la famiglia in questo momento così difficile. Chi di dovere farà quanto prima chiarezza e ci aiuterà a capire i contorni di una vicenda terribile. Adesso non è tempo di sentenze: bisogna stare vicino a Giorgio e ai suoi familiari. Io, per primo, lo farò».
Alberto Comisso
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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