LE NORME
PORDENONE Sulla ratio del provvedimento, anche Alessandro Ciriani è

Martedì 20 Ottobre 2020
LE NORME
PORDENONE Sulla ratio del provvedimento, anche Alessandro Ciriani è d'accordo: «I sindaci - dice - conoscono bene il loro territorio». Si fa ovviamente riferimento all'indicazione contenuta nell'ultimo Dpcm e in particolare al passaggio nel quale si accenna alla possibilità di chiudere singole strade o piazze nelle ore serali per limitare la movida. Nella stesura finale del provvedimento è scomparsa la parola sindaci, quindi allo stato attuale non è chiaro chi semmai debba provvedere al coprifuoco soft localizzato. Si parla ad esempio di una triangolazione tra Prefettura, sindaco e autorità regionali. Dovrebbe essere comunque il primo cittadino, poi, a firmare l'eventuale ordinanza, sentiti gli altri vertici.
LA RASSICURAZIONE
«A Pordenone - spiega però il sindaco Ciriani - non abbiamo questa necessità. La nostra movida (se così si può chiamare, ndr) è sotto controllo e le forze dell'ordine fanno già un ottimo lavoro. Non c'è alcun motivo di imprimere una stretta, perché la situazione è costantemente monitorata. Abbiamo anche gli steward, sia quelli urbani che quelli pagati dai singoli gestori dei locali. I controlli sono sufficienti». E sulla stessa linea si è posizionata ieri anche Alessandra Vinciguerra, prefetto vicario di Pordenone. «Abbiamo in mano tutti i dati dei controlli effettuati quotidianamente dalle nostre forze dell'ordine - ha detto - e il comportamento dei cittadini della provincia di Pordenone nella maggior parte dei casi è eccellente. Abbiamo dato conto di pochissime sanzioni e i gestori dei locali collaborano attivamente per mantenere alta la guardia». Niente chiusure all'orizzonte a Pordenone, quindi. Si continuerà a monitorare da vicino la situazione delle strade più popolate nelle ore serali, come ad esempio vicolo delle Acque o via Battisti. Ma i controlli che ci sono già bastano e avanzano. A Trieste, invece, il sindaco Roberto Dipiazza potrebbe attuare un giro di vite in via Torino, cuore della movida del quartiere Cavana. Al momento però si tratta solo di un avviso alla popolazione, senza un seguito basato su atti concreti e firmati.
LE REAZIONI AL DPCM
Del nuovo decreto del presidente Giuseppe Conte ha parlato anche Massimiliano Fedriga, ospite di LA7. «Grazie all'intervento delle Regioni siamo riusciti a evitare chiusure indiscriminate. Oggi è fondamentale che i territori vengano ascoltati ed è altrettanto chiaro che dobbiamo tenere seriamente monitorata la situazione per fare degli interventi mirati ove ce ne fosse bisogno», ha detto. «In confronto ad altre realtà, il Friuli Venezia Giulia sta tenendo bene rispetto al numero dei contagi, ma non siamo in una bolla sapone. Ci aspettiamo che anche qui ci sia un aumento. Credo sia necessario, anche oggi(ieri, ndr) ho sentito informalmente il ministro Speranza, potenziare tutta la cura a domicilio. Pensare di portare chiunque in ospedale è un fallimento. L'Esecutivo ha voluto fare troppe volte in autonomia, quando invece in un momento di emergenza serve l'unità del Paese e delle istituzioni e non accuse reciproche, che fanno male ai cittadini e non risolvono i problemi. Serve in questo caso un'opposizione dialogante? Ieri Salvini, Meloni e Berlusconi - ha concluso Fedriga - hanno fatto l'ennesimo appello al confronto per cercare di prendersi le responsabilità. Questo penso sia un bel esempio di opposizione». Infine una confidenza: «Dall'inizio dell'emergenza ho fatto sei tamponi. Incontrando tante persone è chiaro che c'è la paura di ammalarsi - ha precisato - ma penso che non dobbiamo farci sopraffare dalla paura e vivere con la massima responsabilità per proteggerci a vicenda».
M.A.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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