La scientifica ritorna nella camera dell'omicidio

Sabato 28 Novembre 2020
La scientifica ritorna nella camera dell'omicidio
LE INDAGINI
PORDENONE La Squadra Mobile sta ricostruendo ciò che la mente di Giuseppe Mario Forciniti avrebbe rimosso. Nella sua «confessione parziale», come l'ha definita il sostituto procuratore Federico Facchin, ci sono molti tasselli da inserire. La maggior parte è già agli atti. Le testimonianze dei vicini, i bambini consegnati alla zia a mezzanotte, il coltello gettato nel cassonetto dei rifiuti in via Runces, le telecamere che si trovano lungo il tragitto da Roveredo a Pordenone hanno permesso di ricostruire nei dettagli gli orari dell'omicidio e degli spostamenti dell'infermiere fino al suo arrivo in Questura, dove si è costituito a mezzanotte e quaranta.
Ieri gli investigatori dell'Ert (Esperti ricerca tracce) dell'Unità analisi crimine violento del Gabinetto Interprovinciale della Scientifica di Padova sono tornati nella villetta di via Martin Luther King, a Roveredo, per un supplemento di sopralluogo. In particolare hanno repertato le tracce di sangue trovate in camera da letto, dove l'Aurelia Laurenti è stata massacrata, in corridoio e in altri locali della villetta. Alcune sono state calpestate dallo stesso Forciniti, che era a piedi nudi al momento del delitto. Sono tracce che permettono di comprendere anche che cosa sia successo all'interno dell'abitazione dopo la tragedia (alcune potrebbero appartenere allo stesso infermiere, perchè si era ferito alle mani).
Sulle modalità del delitto si attendono conferme dall'autopsia che verrà affidata dal medico legale Michela Frustaci e che probabilmente sarà eseguita lunedì (l'avvocato Ernesto De Toni sta valutando la nomina di un proprio consulente). Aurelia Laurenti era in camera, stesa su un fianco ai piedi del letto. Il suo corpo è intatto. Forciniti ha infierito soltanto sul suo volto, il collo e la nuca. Dal riscontro esterno appare verosimile che la giovane donna sia stata uccisa con un colpo alla gola che ne avrebbe causato la morte immediata. Forse è la coltellata che l'infermiere dice di ricordare. Dopodichè ne sono seguite almeno otto, forse nove, inferte quando la vittima era già a terra.
Sul corpo della mamma 32enne non ci sono segni di difesa. Forciniti ha invece tagli sui palmi della mani e una leggera ferita all'addome. Bisognerà capire come se li è procurati. L'uomo sostiene di essere stato aggredito dalla compagna mentre usciva dalla stanza da letto, dove era andato per baciare il figlio più piccolo. Nella colluttazione è spuntato il coltello. Chi lo abbia portato in camera, Forciniti non è stato in grado di dirlo: «Era lì».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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