IL CASO
PORDENONE L'agricoltura è in sofferenza. Quella di quest'anno rischia

Lunedì 15 Luglio 2019
IL CASO PORDENONE L'agricoltura è in sofferenza. Quella di quest'anno rischia
IL CASO
PORDENONE L'agricoltura è in sofferenza. Quella di quest'anno rischia di trasformarsi per il comparto in una delle peggiori stagioni degli ultimi tempi, ma è ancora troppo presto per stendere un bilancio che tenga conto di tutte le variabili.
Un primo report, però, mostra un quadro della situazione tutt'altro che confortante: i danni alle colture, sebbene per alcune piante i raccolti debbano ancora cominciare, si attestano già attorno al 25-30 per cento. Dopo una primavera fredda e piovosa, l'ondata di caldo dell'ultimo periodo - cui ha fatto seguito l'ondata di maltempo degli ultimi giorni, ma con piogge quantomeno tardive - rischia di mettere in ginocchio i produttori.
LE CITICITÀ
«Siamo di fronte ad una situazione difficile - commenta Davide Vignandel, direttore della Cia (Confederazione italiana agricoltori) del Friuli Occidentale provocato, in questo periodo, dallo stress idrico dovuto soprattutto alla siccità. Il mais, per queste ragioni, ha stentato a crescere, mentre la produzione del frumento non è decollata. È un'agricoltura in affanno, soggetta ai cambiamenti climatici. Ecco perché come associazione di categoria ci stiamo battendo per ottenere piani assicurativi snelli e perché le pratiche burocratiche - per le concessione irrigue, per chi non fa riferimento ai Consorzi di bonifica - siano semplici e, allo stesso tempo, ben definite».
I veri danni, secondo Vignandel, si cominceranno a stimare a partire dalle prossime settimane. Si vedranno, in particolare, nel mais e nel frumento. Ma attenzione anche a frutta e verdura. Mentre la raccolta del grano si sta concludendo, quella del mais inizierà verso la fine di agosto. «Le colture ravvisa il direttore della Cia sono soggette a grossi stress idrici, sia per la carenza di acqua che per i turni che molti agricoltori devono rispettare per poter irrigare i propri campi».
LE PRIME STIME
Come detto, le prime stime relative ai danni sono pronte. Per il frumento rispetto ai 60-70 quintali di media per ettaro, il raccolto quest'anno si è attestato sui 50. E, come se non bastasse, a calare è anche il prezzo di vendita: si è passati dai 20 euro al quintale dell'anno scorso, agli attuali 15.
Previsioni tutt'altro che positive per il mais. «Non voglio essere pessimista le parole di Vignandel ma ho l'impressione che, anche in questo caso, la situazione non sarà idilliaca. Le semine, a causa delle piogge, hanno subito un ritardo di circa un mese. L'anno scorso a questo punto della stagione le piante erano già nel pieno della fioritura, mentre adesso, per essere obiettivi, i fiori devono ancora sbocciare. Le perdite? Potrebbero superare anche il 30 per cento».
Timori giustificati anche per il comparto ortofrutticolo. «In questo caso - chiarisce il direttore della Cia - il colpo di grazia potrebbe essere inferto dal ritorno della cimice asiatica e dal maltempo, visto che i fortunali, anche di forte intensità, sono sempre dietro l'angolo. L'incubo maggiore è rappresentato da grandine e forte vento, che potrebbero danneggiare, se non distruggere, interi raccolti».
La preoccupazione di Vignandel è, senza dubbio, per uva, mele, kiwi, melanzane, zucchine e pomodori. Frutta e verdura di stagione che già pagano lo scotto del caldo e dalla mancanza di sufficiente acqua. «È in atto puntualizza il direttore della Cia una serie di valutazioni insieme ad un'attenta attività di monitoraggio. È chiaro che, qualora la situazione dovesse ulteriormente peggiorare, chiederemo lo stato di calamità. Di certo i coltivatori diretti non possono essere ulteriormente penalizzati. Esattamente come gli allevatori, che in questo momento si trovano a dover fronteggiare, nelle stalle, il problema della carenza nella produzione di latte: le vacche, conseguentemente all'innalzamento delle temperature delle ultime settimane, hanno prodotto anche meno».
Alberto Comisso
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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