I baristi: allarme assembramenti

Mercoledì 23 Giugno 2021
NUOVE REGOLE
PORDENONE Addio alla mascherina nei luoghi all'aperto tra cinque giorni. Da lunedì in strada e in tutti gli altri luoghi aperti non affollati si potrà girare senza più la protezione di naso e bocca. Per bar e ristoranti in realtà le vecchie regole non cambieranno: bisognerà indossarla se non si è seduti al tavolo. E nulla cambierà anche per negozi, supermercati e centri commerciali. Così come per qualsiasi altro luogo al chiuso. Nei bar e ristoranti gli operatori dell'esercizio pubblico dovranno continuare a indossare la mascherina nel loro lavoro. Mentre i clienti, come accadeva prima, potranno disfarsene solo quando sono seduti ai tavoloni. Resta ferma invece la misura del distanziamento di almeno un metro tra le persone sia dentro che fuori dai locali.
NO LIBERI TUTTI
Il timore è che da lunedì l'addio alla mascherina possa trasformarsi in una sorta di liberi tutti e in un addio anche alla prudenza e alla cautela rispetto alle altre regole anti-Covid. Per questo da baristi e ristoratori arriva l'appello a evitare assembramenti all'esterno dei locali. «Chiediamo a tutti di darci una mano - sottolineano gli esponenti della Fipe Confcommercio di Pordenone - nel continuare a rispettare le regole. Come abbiamo fatto anche nei momenti più difficile noi continueremo a sensibilizzare la clientela rispetto alla necessaria prudenza anche in questa fase di ripartenza e di ritorno verso la normalità. Ma ancora è necessaria attenzione. Proprio perché siamo ripartiti e ci stiamo avviando verso una normalità pre-Covid non vogliamo nemmeno pensare a un ritorno al passato e all'incubo di nuove restrizioni o chiusure». Con ieri per i ristoranti è caduto anche il divieto di stare in più di sei persone ai tavoli all'interno se non conviventi. «Restano le regole del distanziamento e quelle legate all'igiene e alle sanificazioni. Dal punto di vista delle presenze - informa Pier Dal Mas, rappresentati dei ristoratori di Ascom Pordenone - la sera siamo ormai tornati ai livelli pre-Covid. Sul pranzo siamo ancora un po' lontani, ma dipenderà anche dal fatto che in molti sono ancora in smart-working cosa che non ci consente di avere il giro di prima». Anche dai baristi arriva l'appello: «Stiamo percorrendo l'ultimo miglio - sottolinea Fabio Cadamuro, responsabile della Fipe-Confcommercio provinciale - dobbiamo fare in modo che non si torni indietro. Perciò vanno evitati in tutti i modi comportamenti poco prudenti o assembramenti anche all'esterno dei locali».
VACCINI
Intanto dalla campagna vaccinale regionale arriva un campanello d'allarme legato alle disdette che, per la prima volta, segnano un dato che, seppure non elevato, fa riflettere. Oltre a chi non vuole proprio vaccinarsi, emerge un dato legato a chi ha fatto la prima dose ma ha saltato l'appuntamento con la seconda. Allo scorso 12 giugno si registrava un aumento delle persone che non si sono presentate per l'inoculazione della seconda dose. Il dato parla di un 2,8% per chi aveva fatto il siero della Pfizer o di Moderna. E del 4,8% per chi invece aveva fatto la prima dose con Astra Zeneca. Probabilmente il dato deriva dalla volontà di molte persone a non cambiare vaccino: nelle settimane scorse infatti le disposizioni ministeriali per gli under-60 che avevano già fatto Astra Zeneca come prima dose prevedevano l'inoculazione di Pfizer o Moderna. Solo più recentemente si può avere anche la seconda dose su consulto medico. «Solo la seconda dose - è l'appello del vicegovernatore della Regione Riccardo Riccardi - protegge dalle varianti. La prova è il Regno Unito dove la prima dose non ha coperto a sufficienza e la variante indiana si è diffusa molto. Con le nuove disposizioni ministeriali c'è la libertà di cambiare vaccino».
D.L.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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