Droga, cantieri e cinesi: è allarme mafia

Domenica 22 Luglio 2018
LA RELAZIONE
PORDENONE Le cosche calabresi puntano ancora a Nordest per riciclare denaro sporco. Le compagini ndranghetiste non si sono radicate in città come Pordenone, Udine o Trieste, ma l'attenzione da parte della Direzione investigativa antimafia è altissima per evitare che il Friuli Venezia Giulia diventi terra di sbarco. L'attività preventiva nel secondo semestre 2017 è stata efficace: 266 operazioni sospette segnalate da istituti bancari o notai; 307 operazioni collegate a estorsioni, traffico di stupefacenti, incendi dolosi e azioni intimidatorie. In tutto 573 potenziali episodi di riciclaggio monitorati. «Sono aumentati dell'1,3%. È un dato positivo - spiega il tenente colonnello Giacomo Moroso - Il Friuli Venezia Giulia era una delle regioni dove si registravano poche segnalazioni. Negli ultimi 5/6 anni c'è stata un'inversione di tendenza. La cultura è cambiata».
STUPEFACENTI
Il traffico di droga è il principale canale di finanziamento dei gruppi criminali. Nella relazione si evidenzia come a Pordenone, il 6 dicembre dello scorso anno, siano stati arrestati dai carabinieri due pugliesi e due albanesi che si stavano scambiando 42 chilogrammi di marijuana. Si tratta di droga arrivato dall'Albania, lungo una rotta che prevede come punto di primo approdo la Puglia. I trafficanti hanno dimostrato di avere validi appoggi anche nella Destra Tagliamento.
CANTIERI
Il sorvegliato speciale è il cantiere per la terza corsia sull'A4. È il più importante a livello regionale e gli investigatori della Dia lo stanno monitorando da vicino controllando tutte le società coinvolte, anche quelle che operano in subappalto. In sei mesi sono stati fatti cinque accessi nei cantieri, controllate 313 persone, 91 imprese e 297 mezzi, per accertare che fossero collegati alle società presenti all'interno dei cantieri. Le verifiche proseguiranno anche nei prossimi mesi.
CINESI
Un riflettore è puntato sulla mafia cinese. E non solo perchè il porto di Trieste costituisce un punto di approdo per la merce illegale. La relazione presentata al Parlamento parla di criminalità cinese interessata al favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, fenomeno collegato alla tratta, al lavoro nero e alla prostituzione. Ma anche a reati contro la persona: intimidazioni, scontri tra clan, rapine ed estorsioni che avvengono sempre tra connazionali. Come è successo a Sacile in occasione della rapine alle titolari di due centri massaggi.
C.A.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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