Discoteche e sale giochi sono ancora in lockdown

Venerdì 29 Maggio 2020
IL QUADRO
PORDENONE Le discoteche, cioè un settore che anche in regione, oltre a vendere divertimento a migliaia di giovani, dà lavoro a numerosi addetti. Le sale giochi, da quelle dedicate ai giovani a quelle che si dedicano al mondo dell'azzardo legale. Ma anche le feste in casa, un settore non settore che non genera guadagni ma che fa parte della sfera sociale. Per finire (ma è solo un esempio) con il calcetto tra colleghi o tra amici. Sono alcune delle attività che rimarranno in una specie di lockdown anche dopo l'ondata di aperture che sarà sancita dalla prossima ordinanza del presidente Massimiliano Fedriga. Non c'è spazio per riaprire tutto. Non perché la Regione non voglia, bensì per la mancanza delle linee guida fondamentali per la disciplina delle attività elencate.
LA VITA NOTTURNA
Le discoteche restano al palo. Anche quelle estive all'aperto. E il dato interessa da vicino la provincia di Pordenone, abituata a una scena notturna che nella bella stagione era fatta soprattutto da eventi di massa organizzati in giardini e piscine. È il caso ad esempio del Fuoritutti e del Coco Loco, due marchi ormai consolidati del divertimento pordenonese. Quest'anno rischiano di saltare totalmente, a meno che gli organizzatori non decidano di riconvertirli in qualcosa di diverso. Non esistono al momento linee guida per eventi in grado di attirare migliaia di persone in un solo luogo, con la logica difficoltà di mantenere le distanze di sicurezza tra i clienti. In Veneto, il presidente della Regione Zaia ha annunciato una svolta in tal senso entro i l15 giugno, mentre su questo tema Fedriga non si è sbilanciato. Ciò che fa fede, in questo momento, è il documento condiviso dalla Conferenza delle Regioni, quello che contiene le regole per tutte le attività che possono riaprire dal 3 giugno. E le discoteche non ci sono. Al momento, quindi, si prospetta un'estate senza il divertimento notturno a cui migliaia di giovani erano abituati, anche se l'evoluzione dell'epidemia (anche a livello regionale) potrebbe aprire degli spiragli per la seconda metà di giugno o per l'inizio di luglio. Allora, però, potrebbe essere troppo tardi per organizzare i soliti eventi.
LE SALE GIOCHI
Escluse sin dall'alba del lockdown dalle attività da tenere aperte, oggi le sale giochi sono ancora nella lista nera. Il problema in questo caso riguarda l'affollamento che si verrebbe a generare in spazi chiusi, anche se la situazione potrebbe essere gestita introducendo il concetto del contingentamento degli ingressi, anche nelle singole stanze di una sola sala giochi. Ad essere colpiti sono anche i locali generici (come i bar) che al loro interno hanno un'area dedicata ai giochi. Al momento non possono avere il via libera.
SPORT E SOCIALITÀ
Gli spostamenti regionali sono liberi, e lo saranno anche quelli nazionali (salvo possibili eccezioni locali). Gli incontri non sono vietati e non lo è nemmeno l'attività sportiva, anche nei centri organizzati. Ma ad esempio il classico calcetto resta fuori dal novero degli sport consentiti. L'attività amatoriale di squadra (quindi non solo il calcio a cinque) non può al momento essere svolta in sicurezza, dal momento che prevede il contatto fisico senza i test continui a cui sono sottoposti gli atleti professionisti.
Infine le feste a casa. I giovani, senza locali notturni e senza poter tirare due calci ad un pallone con gli amici, potrebbero pensare di organizzare un party. Non si può, perché sarebbe considerato un assembramento. E un controllo, magari sollecitato da un vicino particolarmente sensibile, farebbe scattare le multe.
Marco Agrusti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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