Centro islamico, un sit-in del direttivo sfida l'imam

Lunedì 30 Dicembre 2019
Centro islamico, un sit-in del direttivo sfida l'imam
RIVOLTA IN COMINA
PORDENONE Alla fine il sit-in annunciato c'è stato. Ma ad organizzare la protesta sono stati, ieri pomeriggio, i contestatori dell'imam Mohamed Abdelgawad Hosny Awadalla e non, come invece annunciato, i seguaci dell'attuale guida spirituale (sospesa dal direttivo uscente). Un atto dimostrativo ombra (stesso luogo, stesso giorno e stessa ora) rispetto a quello ufficiale che era previsto, proprio ieri pomeriggio, alle 15, all'esterno del Centro islamico della Comina. Una cinquantina gli oppositori di Mohamed Hosny: a raccolta uomini e donne da Pordenone, Maniago, Sacile, Spilimbergo e Aviano. Tutti o quasi nordafricani: marocchini, algerini e tunisini. I loro cartelli di protesta erano rivolti proprio ad Hosny. Un atto di sfiducia nei suoi confronti e del ruolo che riveste, quello di guida spirituale (incarico però sospeso con lettera del 23 dicembre).
LE TENSIONI
Dopo le tensioni di sabato, che avevano richiesto l'intervento in Comina di polizia e carabinieri, ieri si è sfiorata la replica. Fortunatamente, anche per alleggerire il peso di una questione che si trascina ormai da mesi, Mohamed Hosny aveva deciso di posticipare il suo sit-in a venerdì alle 13. «L'intento degli oppositori sostiene l'imam era quello di creare confusione. Com'è successo esattamente sabato. Non a caso hanno scelto stesso posto, stesso giorno e stessa ora. Hanno chiamato a raccolta soltanto musulmani arabi da diversi comuni della provincia di Pordenone. Persone mai viste in Comina ma l'importante era raggiungere un numero soddisfacente di presenti. Io e le tante persone che mi seguono andiamo avanti per la nostra strada».
LA PROTESTA
Hosny, arrivato al Centro islamico per la preghiera del pomeriggio, ha preferito osservare a debita distanza, per non acuire i toni già accessi, il sit-in di protesta che alle 16 era ancora in corso. Quello che è chiaro è che da tempo è in corso uno scontro interno alla comunità islamica di Pordenone. Quello di sabato pomeriggio era stato l'ultimo durissimo confronto all'interno di «una comunità - queste erano state le dichiarazioni della guida spirituale a Pordenone dal 2017 - che finora è stata messa in silenzio con atteggiamenti violenti da parte di chi non vuole mollare le posizioni di potere». Così l'attuale imam aveva dato voce a una parte di membri della comunità. Al punto che lo stesso Honsy la scorsa settimana, durante una preghiera, avrebbe dichiarato all'assemblea dei fedeli «che l'attuale direttivo non è valido poiché, come si legge dal verbale di rinnovo delle cariche del 2017, i membri non sono stati eletti bensì si sono autoproclamati». Era stato chiesto lo scioglimento del direttivo e un suo rinnovo provvisorio in attesa delle elezioni di febbraio. Secondo lo stesso Hosny, sarebbe questa sua presa di posizione ad aver attirato su sé minacce e intimidazioni negli ultimi mesi. Come detto, il direttivo che guida il Centro islamico di Pordenone il 23 dicembre aveva inviato a Hosny una lettera con la quale congelava di fatto il suo incarico da giuda spirituale: «Sta facendo tutto di testa propria - avevano dichiarato sabato Alfred Shemshiri e Abdellah Ben Driss, rispettivamente presidente e vicepresidente dell'associazione islamica - . E' stato sospeso e viene comunque al Centro. Sta creando difficoltà nell'associazione e ha creato problemi con i fedeli».
Alberto Comisso
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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