Van Gogh, scommessa anti Covid

Giovedì 16 Luglio 2020
Van Gogh, scommessa anti Covid
CULTURA
PADOVA Padova scommette sulle grandi mostre per rilanciarsi in chiave anti covid. È stato siglato nei giorni scorsi il contratto fra il Comune e il promoter culturale Marco Goldin per la mostra Van Gogh i colori della vita dal 10 ottobre di quest'anno all'11 aprile del 2021. Il Centro S. Gaetano sarà a disposizione per una cifra simbolica, 6mila e 100 euro. Ma attenzione: il 24 ottobre aprirà a palazzo Zabarella la mostra sui Macchiaioli (fino al 18 aprile) e infine nel fine settimana dal 22 al 25 ottobre aprirà in fiera Auto e moto d'epoca. La città dunque punta sulla cultura e il tempo libero per diventare attrattore di turismo di eccellenza. Al centro del progetto ovviamente la mostra sul celebre pittore, le cui prenotazioni partiranno dal primo settembre. Ci sono anche gli orari: dal lunedì a giovedì dalle 10 alle 18, venerdì e domenica 10-19 e il sabato dalle 10 alle 20. Saranno circa un centinaio le opere esposte con un percorso che ricorderà molto quello odierno usato per il Belzoni: cioè le 10 sale si snodano per tutto il primo piano, però senza interessare l'agorà.
L'INTERVENTO
Dice l'assessore Colasio: «Goldin ha posto dei requisti precisi per il S. Gaetano in parte già garantiti dai lavori che abbiamo fatto in questi anni. Faremo comunque altri lavori quest'estate. In ogni caso abbiamo speso 1,5 milioni di euro con un doppio sistema di climatizzazione, il potenziamento delle telecamere, due porte ignifughe accorgimenti logistici e per la sicurezza. Goldin stava pensando di posticipare la mostra a marzo dell'anno prossimo invece debbo dire che ha avuto molto coraggio a confermarla in autunno. Secondo i suoi ultimi dati la mostra potrà collezionare 120mila visitatori, dai 300mila inizialmente previsti. In ogni caso stiamo recuperando il ritardo che avevamo nelle grandi mostre con i tre grandi poli: la Fondazione, Il S. Gaetano e palazzo Zabarella. Mentre il Castello diventerà sede di mostre permanenti del design e di grandi mostre tematiche». Linea d'Ombra dovrà sostenere tutti i costi per l'organizzazione: dal trasporto delle opere all'allestimento, dall'assicurazione al personale di vigilanza e di biglietteria, e quelle per la comunicazione e il marketing. Ovviamente anche quelle per il mantenimento degli standard di sicurezza dovuti al Covid 19.
L'ARTEFICE
Interessante la filosofia che Marco Goldin vuole applicare alla mostra che sarà per forza di cose diversa-. «Non sarà più soltanto un'esposizione ma un vero e proprio romanzo», scrive l'autore nel progetto scientifico allegato. Con un concetto del tutto nuovo legato al vedere. Esempio semplicissimo le audioguide che non saranno più pensate per fermarsi davanti a un quadro ma fluiranno come un racconto sonoro. La visita alla mostra sarà meditata, con sale evidentemente molto meno affollate del solito senza assembramento davanti ai quadri e ai disegni. La visita avverrà quasi esclusivamente su prenotazione. Lo strumento fondamentale sarà una app che ogni visitatore scaricherà sul proprio smartphone. Si troverà anche come forma di audio guida. Chi non riesce a scaricarla potrà noleggiarla sul posto. Ovviamente al centro sarà la vita di Van Gogh sia nei suoi dipinti che ai luoghi nei quali ha vissuto. Con sale e pareti da sfogliare come un libro come si farebbe sul divano di casa. E proprio per dare a essi l'importanza che questi luoghi meritano, sulle pareti del San Gaetano saranno appunto riprodotte anche le immagini delle sue campagne, dei suoi campi di grano, delle sue montagne, delle sue spiagge, delle stanze che ha abitato. Altro strumento fondamentale saranno le lettere, che in questo racconto sonoro riservato a ogni visitatore verranno di tanto in tanto inserite e interpretate da un attore». «Sarà come andare contemporaneamente al museo e a teatro, perfino ad ascoltare un concerto, perché questa app conterrà anche musiche pensate per generare continua emozione. Tutto insieme, per un viaggio che ritengo abbia pochi punti di paragone nel mondo intero, fatto così. Per creare un nuovo modo di fare una mostra».
Mauro Giacon
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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