Serena, super dottoressa «Rinata dopo la malattia»

Venerdì 19 Ottobre 2018
TERRASSA
«Sono positiva, nonostante le avversità. E grazie alla fede, a mia mamma, a Nathan, mio figlio, a Laura e a tanti amici guardo al futuro con positività». A dirlo con un bel sorriso è Serena Banzato, 33 anni, di Terrassa, neo dottore in Psicologia Clinica e di comunità, con un rotondo 110 e lode allo Iusve, università salesiana di Mestre, seconda laurea dopo quella in Psicologia dell'infanzia e dello sviluppo. Serena parla e si muove con disinvoltura sulla carrozzina, divenuto il suo mezzo di locomozione, dopo la dimissione dall'ospedale di Padova, a metà settembre, dove era arrivata a fine agosto in condizioni critiche per un virus raro contratto in Spagna, durante il Cammino di Santiago di Compostela intrapreso ad inizio mese con una amica. Non deve essere stato facile per Serena, runner incallita, abituata a correre nelle prime ore del mattino per le strade del Conselvano, oppure la sera spingendo la carrozzina di Nathan, accettare la sua nuova condizione. «Sono certa che tornerò in piedi e magari chissà a correre, d'altra parte solo due mesi fa ero anche in pericolo di vita e per questo ringrazio Dio, piuttosto che chiedermi perchè è toccato a me questo calvario», aggiunge serafica. «Fisicamente lotto ancora con medicazioni dolorose e non sono ancora cicatrizzate le enormi ferite alle gambe, ma cerco di vivere una vita il più possibile normale».
RIABILITAZIONE
Proprio in queste settimane Serena ha anche iniziato la riabilitazione all'ospedale di Conselve: «Certo, la vita senza corsa e vista dal basso è completamente diversa, io cerco di amarla e di invitare gli altri a farlo». Serena infatti in questo tempo particolare ha anche avuto modo di fare qualche riflessione sulle difficoltà cui vanno incontro le persone con disabilità: «Io giro per strada da sola con i miei guantini rosa da ciclista per essere autonoma, ma le barriere architettoniche sono infinite e capisco la depressione e l'umiliazione di chi vorrebbe riprendersi la propria dignità anche senza gambe, ma non può». Giorni di festa per lei comunque questi: «Ringrazio di cuore la professoressa e psicoterapeuta Fabiana Filippi per avermi sostenuta in questi mesi difficilissimi e aver reso possibile la realizzazione della tesi, così il professor Ernesto Gianoli per esserci sempre stato, così come mia mamma e i miei fratelli Michele Chiara e don Davide, oltre a Nathan, Laura e i tanti amici sempre presenti». Serena ha appena iniziato la scuola di psicoterapia ed ha un sogno: «Diventare una terapeuta capace di ascoltare il disagio delle persone senza la presunzione di risolverlo».
Nicola Benvenuti
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