Rudy, il bandito di Monselice morto nella sparatoria

Martedì 9 Gennaio 2018
Rudy, il bandito di Monselice morto nella sparatoria
IL RAPINATORE MORTO
PADOVA Era padovano il rapinatore morto durante il colpo alla gioielleria di Suzzara (Mantova). Era Rudy Casagrande: 24 anni di vita spericolata, nato a Monselice, i primi passi mossi tra gli accampamenti nomadi di Verona e Padova, l'adolescenza consumata con l'acceleratore a tavoletta su auto rubate.
COLPITO
Era lui il bandito che i complici hanno abbandonato morto davanti all'ospedale di Thiene: era stato colpito due ore prima dalla pistola di Gabriele Mora, 42 anni, orefice mantovano che aveva visto la morte saltare d'un balzo il bancone del suo negozio di Suzzara: un istante prima quell'uomo terrorizzato aveva sparato ad uno dei rapinatori entrati urlando e con le armi spianate contro di lui. Un istante dopo era stato freddato da tre proiettili sparati a bruciapelo da uno dei complici di Casagrande, che aveva voluto pareggiare subito i conti prima di fuggire sulla Volvo rubata: un varco in strada aperto a colpi di fucile, sparati anche ad altezza d'uomo.
LE RICERCHE
Dopo il ritrovamento i carabinieri e i poliziotti hanno setacciato tutti i campi nomadi del Veneto.
Ma chi era Rudy Casagrande? Un ragazzo con gli occhi da adulto a cui piacevano da morire le macchine di grossa cilindrata. I primi passi mossi tra gli accampamenti nomadi di Verona e Padova, poi l'adolescenza consumata con l'acceleratore a tavoletta su auto rubate. A diciotto anni appena compiuti lo potevi già trovare alla guida di macchine imbottite di cavalli e fresche di furto.
Al volante era un vero e proprio fenomeno. Qualcuno si ricorda di quella volta che provocò la polizia nel modo più teatrale: acceleratore premuto, le mani strette sul volante di una Ford Cosworth rubata, tamponò di proposito un'Alfa della polizia. Poi aveva sterzato di scatto ed era fuggito con il motore fuorigiri. «Voleva farsi inseguire, per imparare a correre di più», racconta un poliziotto.
NATO PER GUIDARE
Il ragazzo era un esperto nel furto di auto. I bambini del suo campo nomadi lo invidiavano. «Guidava divinamente» raccontavarono alle forze dell'ordine dopo la sua morte. Probabilmente è stato lui a recuperare l'auto per il colpo, una potente Volvo che poi è stata data alle fiamme per cancellare tutte le prove.
M.Lucc.
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