Professor Litta, risarciti Bo e Azienda ospedaliera

Mercoledì 16 Giugno 2021
IL CASO
PADOVA È andata in onda, ieri davanti ai giudici del Tribunale collegiale, la prima udienza del processo al professore e ginecologo di fama internazionale Pietro Salvatore Litta, accusato dei reati di peculato e truffa aggravata ai danni dell'Ateneo e anche dell'Azienda ospedaliera dove effettuava le visite nella Clinica ginecologica e ostetrica.
Ma l'Università è stata già risarcita dal docente, mentre con l'Azienda ospedaliera il medico, assistito dal legale Alberto Berardi, ha già raggiunto un accordo di massima intorno ai 55 mila euro sempre di risarcimento. Insomma, nessuno dei due si costituirà parte civile al dibattimento, che entrerà nel vivo il prossimo 7 di dicembre.
Al professore era stato contestato di avere effettuato tredici visite nell'arco di dieci mesi alla clinica privata Cittàgiardino, senza avere rinnovato l'accordo con l'Azienda ospedaliera di operare in regime di extra moenia. Ma al luminare, 68 anni originario di Carosino (Taranto) residente in Sestiere Cannaregio a Venezia e domiciliato a Padova in zona Arcella, il pubblico ministero Silvia Golin titolare delle indagini ha contestato il peculato e la truffa aggravata. Tutto è partito da un filmato trasmesso dal programma Petrolio in onda su Rai Uno.
Nel video integrale ci sarebbe la prova del reato di peculato commesso dal professore. La giornalista Francesca Biagiotti, spacciandosi per una paziente, si è fatta visitare dal medico nella clinica Cittàgiardino convenzionata con l'Azienda ospedaliera. È stata sottoposta a una ecografia e per la prestazione ha allungato alla segretaria del medico 250 euro in nero.
L'episodio è accaduto il 13 novembre del 2017. La difesa del ginecologo ha fatto sapere che la giornalista si era presentata sotto falso nome e per questo non è stato possibile rilasciarle una fattura. Non solo, perchè si sarebbe comportata come un agente provocatore in forma privata di fatto commettendo un'azione illecita. Appare strano quindi, ha sottolineato infine la difesa, come un professore capace di guadagnare una media di 400 mila euro all'anno, possa essersi sporcato le mani per rubare solo 250 euro. L'episodio più grave contestato al ginecologo sarebbe però accaduto, il 15 dicembre del 2016, nella Clinica ginecologica e ostetrica.
Qui il medico avrebbe indicato all'Ospedale, falsificando il verbale, di avere effettuato su una sua paziente una mera visita specialistica quando invece la donna era stata sottoposta a una isteroscopia diagnostica.
M.A.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci