LE VITTIME
CAMPODARSEGO/SOLESINO La città di Campodarsego piange la sua

Giovedì 2 Aprile 2020
LE VITTIME CAMPODARSEGO/SOLESINO La città di Campodarsego piange la sua
LE VITTIME
CAMPODARSEGO/SOLESINO La città di Campodarsego piange la sua seconda vittima causata dal virus Covid-19. Non ce l'ha fatta Lina Pegorin, 85 anni, a superare l'infezione che le è risultata fatale, dopo il ricovero avvenuto l'8 marzo scorso nel reparto di Geriatria dell'ospedale di Camposampiero, per l'insorgenza di una broncopolmonite acuta che ha aggravato le sue condizioni di salute, già parzialmente compromesse da problemi di natura cardiovascolare. La donna, che viveva a Campodarsego da 54 anni, assieme al marito Antonio Gambato di 88 anni, ed i due figli, Pietro ed Alessandra, nell'arco della vita non aveva mai avuto particolari problemi di salute, salvo uno scompenso cardiovascolare con cui conviveva da anni. Poi, improvvisamente, il virus ha preso il sopravvento ed è stato capace di abbattere nel giro di una settimana le difese immunitarie dell'anziana signora.
AGGRAVAMENTO IMPROVVISO
«Mia mamma era stata ricoverata l'8 marzo nel reparto di geriatria dopo che il tampone era risultato inizialmente negativo ha ricordato con commozione il figlio Pietro - il giorno dopo, le condizioni di salute si sono ulteriormente aggravate a causa di una broncopolmonite acuta che non le ha lasciato molte speranze di vita, con un quadro clinico che è apparso subito molto critico.
La sua scomparsa ci lascia un vuoto immenso, perché nostra mamma era una donna esemplare, sorridente, semplice, trasparente e generosa con tutti, e riusciva a mantenere un equilibrio nella vita familiare, anche nei momenti più difficili. Con lei abbiamo trascorso gli anni migliori conclude il figlio Pietro - e sapere che non sarà possibile salutarla al funerale di oggi, in forma privata e per l'ultima volta, ci rende tutti ancora più tristi. Stento ancora a credere come ci abbia potuto lasciare in modo così brusco».
Anche la comunità di Solesino conta la prima vittima da Covid-19. Luciano Passarotto aveva 76 anni e soffriva di gravi patologie pregresse. Proprio a causa dei suoi problemi di salute, nelle scorse settimane era stato ricoverato prima a Schiavonia e poi a Padova, per approdare infine all'ospedale di Rovigo. Nel nosocomio rodigino esattamente una settimana fa l'anziano era stato sottoposto al tampone, che aveva dato esito positivo. In un fisico tanto debilitato come quello di Luciano, l'insorgere del virus ha avuto effetti devastanti.
Il decorso è stato rapido e il 76enne ha infine smesso di combattere contro il Coronavirus nel tardo pomeriggio di martedì scorso. È morto a seguito di un arresto cardiocircolatorio, secondo i parenti non dovuto al Covid-19. «La persona era ricoverata in Malattie infettive, le condizioni erano gravi e, ieri (martedì, ndr), a seguito di un peggioramento improvviso, è deceduto ha spiegato il direttore generale dell'Ulss 5 Antonio Compostella - ai suoi cari vanno le mie più sentite condoglianze».
Alle condoglianze del dottor Compostella, si aggiungono quelle del sindaco di Solesino Elvy Bentani. «È davvero una brutta notizia ha affermato il primo cittadino certo, Luciano aveva già altre gravi patologie e probabilmente il Coronavirus è stato solo il colpo fatale, ma siamo davvero addolorati. La mia amministrazione si stringe alla famiglia». L'anziano, che era molto conosciuto e stimato a Solesino, ha lasciato la moglie e i due figli, Davide e Alessandra.
Giancarlo Noviello
Camilla Bovo
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