L'ANALISI
PADOVA Con un centinaio di pazienti dimessi, l'Azienda ospedaliera

Sabato 28 Marzo 2020
L'ANALISI PADOVA Con un centinaio di pazienti dimessi, l'Azienda ospedaliera
L'ANALISI
PADOVA Con un centinaio di pazienti dimessi, l'Azienda ospedaliera si prepara ad usare tutte le armi contro il Coronavirus. «Il tasso di mortalità tra i nostri pazienti è basso. È presto per trarre conclusioni, ma forse utilizzare i farmaci precocemente può aver avuto un ruolo». Lo ha detto ieri Annamaria Cattelan, responsabile del reparto di Malattie infettive, nel corso di una diretta Facebook sull'emergenza Coronavirus. «Fin dall'inizio - ha detto - abbiamo utilizzato delle combinazioni farmacologiche che non hanno ancora avuto il supporto di studi solidi, farmaci antivirali in associazione con clorochina o idrossiclorochina, che ora sono stati registrati dall'Aifa per i pazienti affetti da Covid, e farmaci antivirali che a suo tempo abbiamo utilizzato contro l'Hiv come il Lopinavir/Ritonavir e il Darunavir/Cobicistat. Per quanto riguarda il Rendesivir, stiamo facendo un protocollo randomizzato con centri americani e cinesi; dai primi dati della pratica clinica sembra un farmaco capace ridurre in tempi molto rapidi la viremia da Coronavirus, quindi di negativizzare il tampone».
L'OPZIONE
Altra opzione guarda alla somministrazione del Tocilizumab, farmaco anti artrite. Ma in Azienda ospedaliera sono in arrivo ancora altri farmaci. «Stiamo aspettando antivirali ad azione diretta, usati in passato sul virus influenzale e per sperimentazioni su ebola spiega Cattelan -, che potrebbero essere usati nelle fasi precoci dell'infezione e aiutarci a ridurre le ospedalizzazioni». Via Giustiniani si prepara ad usare ogni mezzo per bloccare l'infezione. «In attesa del vaccino annuncia Flor - stiamo cercando di entrare nella sperimentazione terapeutica con il siero di pazienti immuni». Si tratta del siero super-immune, tratto dal plasma dei pazienti guariti in Cina e già utilizzato nel Paese orientale per curarne altri. Per iniziare lo studio serve l'approvazione del Comitato etico e del ministero della Salute. Poi è necessario sviluppare un protocollo e stabilire le procedure. «Il nostro ospedale sta avendo eccellenti risultati nelle cure conferma Flor -, finora sono state dimesse circa cento persone. Il numero di morti è basso rispetto alle persone che abbiamo curato in reparto e rianimazione». Con 60 posti letto di degenza a Malattie infettive, altrettanti in Clinica Medica Terza e 40 in Terapia intensiva, via Giustiniani si prepara a rispondere all'onda d'urto. Sul fronte del contagio, ad oggi solo 71 tra medici, infermieri e tecnici risultano positivi al Coronavirus. «I nostri dipendenti positivi al tampone sono solo l'1,1% del totale ha detto Daniele Donato, direttore sanitario - vuol dire che hanno fatto molta attenzione nel seguire le procedure sulla protezione». Donato ha ricordato che l'Azienda ospedaliera ha sottoposto a tampone 4.411 dipendenti, il 62% del totale, e che 1.964 di loro hanno ripetuto il test più volte. Risultato: 71 positivi (33 medici di cui 20 specializzandi, 21 infermieri, 7 oss e altri 10 operatori), di cui 3 ricoverati (due medici e un infermiere) e 4 guariti (tre medici e un oss). «In tutto l'ospedale abbiamo più di 1.200 pazienti e 160 posti letto dedicati al Covid, non sono tantissimi - ha aggiunto Donato - Ieri siamo riusciti a garantire due trapianti di fegato con organi arrivati dal Niguarda, spostati a Padova perché in Lombardia c'è una certa difficoltà a garantire questi interventi». Presente alla conferenza stampa anche Roberto Vettor, direttore di Clinica Medica Terza, reparto al Monoblocco completamente trasformato in degenza per Covid-19. «Ringrazio tutta l'equipe multidisciplinare ha detto Vettor medici, specializzandi e infermieri. Senza di loro non saremmo mai arrivati a questi standard».
E.F.
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