Il vicario episcopale: «Sa ascoltare senza alcun preconcetto ideologico»

Domenica 24 Giugno 2018
Il vicario episcopale: «Sa ascoltare senza alcun preconcetto ideologico»
LA CHIESA
PADOVA Un anno, quello da sindaco di Sergio Giordani, che anche la chiesa di Padova ha voluto omaggiare, dedicando un pensiero all'ex presidente dell'ultima A del Calcio Padova, da dodici mesi alla guida della città del Santo. Tempo troppo contenuto in cui giudicare l'operato di un amministratore, ma quello che, per bocca di don Marco Cagol, vicario episcopale per i rapporti con le istituzioni e il territorio, la diocesi guidata da vescovo Claudio Cipolla riconosce al primo cittadino, è il merito di aver riportato un clima di tranquillità e dialogo, anche nei momenti difficili come quelli della gestione dei migranti, sul finire dello scorso novembre. Con uno stile di apertura al confronto mirata alla soluzione dei problemi, che piace alla chiesa.
«È poco un anno per poter dire qualcosa rispetto all'amministrazione di una città complessa come Padova fa notare - È una misura che va usata con prudenza, perché per costruire il bene comune ci vuole pazienza, continua tessitura, comprensione dei problemi, tempo per progettare, costruire, verificare, correggere».
C'è però una nota positiva che traspare dal primo giro di calendario con Giordani inquilino di palazzo Moroni, la volontà di continuare anche i progetti messi in piedi da chi c'era stato prima di lui. «Premesso che un anno è troppo presto per dare un giudizio, anche parziale, sull'amministrazione di una città complessa come è la nostra continua nel suo commento il vicario del vescovo Cipolla delegato ai rapporti con le istituzioni e il territorio -, possiamo dire che ciò che appare positivo è il clima di dialogo tra istituzioni, una visione pragmatica dei problemi e il desiderio di costruire, valorizzando anche alcune scelte prese dalle precedenti amministrazioni. Nell'amministrare, come in politica, conta anche lo stile».
«Non spetta a noi fare riflessioni sulle scelte e gli orientamenti politici che si stanno facendo in città aggiunge padre Oliviero Svanera, rettore della Basilica del Santo - C'è comunque un grande desiderio di prendere in mano nodi come la viabilità, lo stadio, la sanità o realtà dismesse come le caserme. C'è insomma un fermento che ha messo in circolazione tanti aspetti della vita del cittadino. Per quanto ci riguarda quello che abbiamo visto durante il Giugno Antoniano sia una piccola finestra che parla di una possibilità di collaborazione per quello che la Basilica significa per Padova. Un tema che ha visto l'amministrazione attenta e partecipe alla dimensione di dialogo.
N.M.
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