IL RAPPORTO
PADOVA Quasi duecento Covid+ dimessi, guariti. Tra loro tre ultraottantenni.

Venerdì 10 Aprile 2020
IL RAPPORTO PADOVA Quasi duecento Covid+ dimessi, guariti. Tra loro tre ultraottantenni.
IL RAPPORTO
PADOVA Quasi duecento Covid+ dimessi, guariti. Tra loro tre ultraottantenni. La pressione sulle terapie intensive che allenta, lasciando posti liberi. E una macchina che continua a macinare assistenza, portando a compimento ogni giorno 180 interventi chirurgici e 1.500 prestazioni ambulatoriali. L'Azienda ospedaliera universitaria risponde presente su tutta la linea: 1.208 i ricoverati tra Civile e Sant'Antonio, di cui 135 malati Covid (116 in area non critica), gli altri mille e oltre per patologie varie.
«L'ospedale continua a funzionare, non solo per l'emergenza coronavirus», evidenzia il direttore sanitario Daniele Donato, che sciorina dati: «180 interventi chirurgici al giorno in totale sicurezza con una riduzione rispetto allo standard di 250: quotidianamente nelle nostre sale parto vengono al mondo 8/9 bambini e anche l'attività trapiantologica prosegue. Dal 21 febbraio abbiamo effettuato 6 trapianti fegato, di cui 2 nell'ultima settimana e uno in quella in corso, 19 di rene e uno di cuore. Per quanto concerne le attività ambulatoriali manteniamo 1500 prestazioni al giorno contro le 4000 del solito. Per dire che in queste settimane siamo concentrati molto sul Covid ma tanti altri pazienti che chiedono assistenza ce l'hanno, garantita».
L'ACCOGLIENZA
Ben 8.890 le persone accolte nelle 11 tende allestite vicino alla palazzina di Malattie infettive. «Sono trascorsi cinquanta giorni da quell'ormai famoso 21 febbraio quando è iniziata questa esperienza che ci ha impegnato molto dal punto di vista professionale, fisico ed emotivo. In questi giorni la pressione delle rianimazioni - rileva Ivo Tiberio, direttore di quella centrale - sta sensibilmente diminuendo: nella mia ci sono 18 posti letto, di cui 6 liberi. Finora abbiamo trattato 38 pazienti, 20 i dimessi, degenza media 13,5 giorni con età media 63 anni. Abbiamo dimesso anche tre pazienti over 80: un 83enne rimasto da noi 34 giorni, uscito dalla Rianimazione in buone condizioni e andato direttamente in degenza ordinaria, una seconda persona di 82 anni dopo 17 giorni di ricovero, una terza di 80 anni rimasta 8 giorni. Ora i 12 pazienti ricoverati hanno una età media di 68 anni, la maggior parte ha avuto un decorso difficile ma stanno per uscire dalla fase rianimativa e entrare in quella riabilitativa».
IL PRIMATO
Già, la riabilitazione è nodale, con un primato tutto padovano. «Ringrazio medici strutturati, fisioterapisti e specializzandi, sono la forza del nostro intervento innovativo, quasi nessuno in Italia ha sperimentato la nostra attività intensiva: in pratica - racconta Stefano Masiero, direttore della Medicina fisica e riabilitativa - abbiamo realizzando un piano di lavoro riabilitativo di 10 ore al giorno per 6 ore alla settimana, che si tiene già in rianimazione. Finora abbiamo trattato una quarantina di pazienti, ognuno mediamente 2/3 volte al giorno. In pratica li muoviamo, li sediamo, alcuni li mettiamo già in piedi in terapia intensiva, con benefici anche psicologici». E anche i risvolti nefrologici del Covid come l'insufficienza renale acuta sono trattati con metodiche all'avanguardia. «Quasi 180 guariti dal coronavirus, voglio dare un messaggio di fiducia. Ci apprestiamo a festeggiare una Pasqua di fiducia: siamo ancora in emergenza - commenta il direttore generale Luciano Flor - non abbassiamo la guardia, ma usciremo da questa situazione consapevoli di quanto sia importante lavorare insieme». Quasi 4 milioni gli euro elargiti da benefattori per il polo ospedaliero di Padova dove, tra l'altro, i laboratori di Microbiologia (di riferimento regionale) hanno processato 72mila tamponi, il 45% dell'intero Veneto.
Federica Cappellato
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