Il piano di Lorenzoni: lasciare a fine marzo

Martedì 18 Febbraio 2020
LO SCENARIO
PADOVA Domenica 24 maggio. La data più probabile per le elezioni regionali è segnata in rosso (anzi, in arancione) sul calendario di Arturo Lorenzoni. Ora che la candidatura a governatore è ufficiale, sono iniziate sottotraccia le manovre legate alla sua successione. Le opposizioni lo incalzano e lo invitano ad uscire di scena, ma le dimissioni del vicesindaco non risultano affatto imminenti. Il professore starebbe pensando di lasciare il proprio ufficio verso la fine marzo. Considerando che Pasqua cade il 12 aprile, è molto difficile ipotizzare che Lorenzoni mangi la colomba a Palazzo Moroni. La sua volontà è quella di portare a termine gli appuntamenti in programma (l'agenda è colma di incontri fino a marzo inoltrato) per poi annunciare la volontà di dedicarsi interamente alla campagna elettorale regionale. Il ruolo di sfidante di Zaia è infatti decisamente impegnativo e Lorenzoni sarà chiamato a girare il Veneto per conquistare un'ampia fetta di elettorato che va dal mondo della sinistra all'area centrista e cattolica.
LE DELEGHE
Nei mesi scorsi il sindaco aveva spedito un preciso diktat: «Chi correrà per le regionali dovrà dimettersi perché nella mia squadra c'è bisogno di gente concentrata al cento per cento sulla città». Ma Lorenzoni spiegherà a Giordani la propria decisione. «Non resto affatto incollato ad una poltrona - è la riflessione che fa da giorni il vicesindaco con i suoi fedelissimi - ma i due ruoli non sono incompatibili e non c'è alcuna fretta di dimettersi. Gestirò una fase di transizione e mi farò garante di un accordo elettorale che aveva dato al nostro movimento civico delle deleghe molto pesanti». Intanto, chiusa la partita del regolamento edilizio, continuerà a lavorare sul tram e su altri progetti legati alla mobilità sostenibile.
Quando Lorenzoni si dimetterà da Palazzo Moroni le deleghe ad urbanistica e mobilità potrebbero passare nelle mani del sindaco per poi essere affidate ad un nuovo assessore solo tra aprile e maggio. Il Pd non si sbilancia e il sindaco nemmeno («Io non parlo delle elezioni regionali, anche perché vi assicuro che non mi candido» ha detto sorridendo nei giorni scorsi). Eppure il toto-nomi impazza.
L'ASSEMBLEA
Giovedì alle 21 alla Fornace Carotta è in programma un'assemblea degli attivisti padovani di Coalizione Civica. All'ordine del giorno c'è solo la rivisitazione dello statuto del movimento arancione, ma potrebbe essere l'occasione giusta per iniziare a ragionare sulla figura da proporre per la giunta. «Sarà un percorso collettivo» assicurano da Coalizione. Per rivestire la carica di vicesindaco, intanto, tra i corridoi di Palazzo Moroni continua a circolare con insistenza il nome dell'assessore alle Risorse umane Francesca Benciolini (Orizzonti), gradita anche ad un'ampia fetta del Pd «per il proprio atteggiamento conciliante e diplomatico».
I DEMOCRATICI
A marzo si conoscerà anche il destino di un fedelissimo di Giordani come l'assessore Andrea Micalizzi. Il titolare dei lavori pubblici potrebbe essere candidato consigliere regionale nelle file del Pd ma non ci sono affatto certezze e lui stesso rimane abbottonato: «Io - ripete a tutti - sto pensando alla città. In questi giorni molti cantieri si sono conclusi e altri si stanno avviando». Tra i democratici la partita è apertissima.
Gabriele Pipia
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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