Due funzionari della Prefettura, un vicario e i soci della cooperativa

Mercoledì 19 Giugno 2019
CHI SONO
PADOVA Ecco il profilo dei sette finiti a processo il prossimo 14 gennaio e di un ottavo che ha chiesto la messa alla prova ai servizi sociali. La figura chiave dell'inchiesta è Simone Borile, 49 anni di Battaglia Terme, socio volontario di Ecofficina ma di fatto l'amministratore occulto della cooperativa. Già ex amministratore di Padova Tre, e finito nei guai per il fallimento della società tanto che il viceprocuratore della Corte dei Conti, Alberto Mingarelli, ha confermato, la richiesta di condanna di Borile in relazione ai tributi regolarmente pagati dai residenti della Bassa padovana e del Piovese, finiti nelle casse della concessionaria della raccolta e smaltimento rifiuti, ma mai riversati (come dovuto) nelle casse della Provincia che chiede un risarcimento di tre milioni e mezzo di euro.
Poi la moglie Sara Felpati, 45 anni di Battaglia Terme vice presidente di Ecofficina e a decorrere dal 28 marzo del 2017 presidente di Edeco. Ma anche consigliere e presidente del Cda della parafarmacia Felfarma di Battaglia Terme dove, secondo l'accusa, Borile faceva acquistare i medicinali per i migranti facendo guadagnare tutta la famiglia. La donna l'undici novembre del 2015 all'interno dell'hotel Terme Euganee di Battaglia Terme in viale San'Elena, è stata chiusa nel suo ufficio per tre ore da tre profughi.
Quindi Gaetano Batocchio, 45 anni di San Martino di Venezze in provincia di Rovigo, secondo gli inquirenti il braccio destro di Borile e presidente di Ecofficina fino al 28 marzo del 2017, quando è poi subentrata Sara Felpati. Altra figura chiave dell'indagine è Tiziana Quintario 59 anni di Monselice, già funzionario economico finanziario alla Prefettura di Padova incaricata della gestione dei migranti e della predisposizione di bandi e contratti, e ora in forze alla Prefettura di Bologna. In passato ha rivestito la carica di consigliere comunale dell'Udc a Monselice. Parlando di lei, Simone Borile, ha detto: «La mia donna in Prefettura».
Tra i vertici prefettizi c'è anche Pasquale Aversa, 63 anni residente a Milano, ex vice prefetto vicario con funzioni di Vicario in Prefettura a Padova, e commissario straordinario del comune di Abano dopo lo scandalo dell'ex sindaco Luca Claudio. Il vice prefetto Alessandro Sallusto (difeso dall'avvocato Fabio Pinelli), ora anche lui in forza alla procura di Bologna, e più volte intercettato dai carabinieri al telefono con Borile o la moglie Sara Felpati per avvisarli, secondo l'accusa, delle ispezioni dell'Ulss alla Prandina e all'Hub di Bagnoli.
L'operatore della cooperativa Ecofficina, Simone Costa 54 anni di Roana in provincia di Vicenza. Ieri, attraverso il suo legale, ha chiesto al Gup Claudio Marassi la messa alla prova ai servizi sociali. Infine il consulente del lavoro Marco Zangrossi di 63 anni residente a Sant'Elena d'Este, non è una figura di spicco dell'inchiesta sullo scandalo della gestione dei migranti.
M.A.
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