Delitto Sancovich, restano i 30 anni

Sabato 19 Ottobre 2019
Delitto Sancovich, restano i 30 anni
RUBANO
I giudici della Suprema corte, ieri nel tardo pomeriggio, hanno confermato i trent'anni di carcere per l'imprenditore Renato Rossi colpevole di avere freddato, con tre colpi di pistola alla testa, il consulente della Moncler Ezio Sancovich. Gli ermellini hanno così rigettato il ricorso presentato dal legale Nicolò Pelanda, ribadendo la volontà di uccidere dal parte del sessantanovenne residente a Martellago in provincia di Venezia. Rossi sia in primo grado a Padova e sia in secondo grado in Appello a Venezia, era stato condannato a trent'anni.
L'OMICIDIO
Quella sera del primo febbraio del 2016 Rossi ha ucciso il consulente della Moncler con tre colpi alla testa, utilizzando una pistola semi automatica marca Walther P38 calibro 9 Luger con stampigliato il simbolo della Wehrmacht (le forze armate tedesche durante la Seconda guerra). Quindi ha gettato in un cassonetto dell'immondizia, vicino alla sua abitazione, un giubbetto e un paio di pantaloni bianchi che indossava la sera del delitto. Indumenti che non sono stati più ritrovati, ma nell'occasione il 69enne è stato ripreso da una telecamera di videosorveglianza. Infine le impronte di Rossi sono state trovate sulla maniglia di apertura della porta del passeggero davanti nell'auto di Sancovich. I due si erano incontrati nelle vicinanze della Moncler a Piombino Dese. A quel punto Sancovich, all'epoca 62enne e residente con la famiglia a Rubano, ha detto all'imprenditore di lasciare lì la sua auto e di salire sulla sua Bmw. I due sono partiti senza una meta precisa. Hanno iniziato a discutere delle modalità di rientro del debito da parte di Rossi, ma i toni sono ben presto trascesi. Il consulente della Moncler stava percorrendo la bretella denominata corso Stevanato quando ha accostato l'auto al lato della strada. E ha intimato a Rossi di scendere e non farsi più vedere. In preda a una crisi di rabbia, l'imprenditore ha obbedito. Ma ha scatenato la sua ira danneggiando lo specchietto retrovisore e il tergicristallo della macchina. Poi, probabilmente fingendo di allontanarsi, ha aperto la portiera lato guida e ha sparato tre colpi in rapida successione, il primo da una distanza di circa trenta centimetri, gli altri più ravvicinati. La spietata esecuzione è avvenuta tra le 19 e le 19.15 di quel primo febbraio.
L'ALTRA CONDANNA
A settembre dell'anno scorso Renato Rossi, davanti al Gup in rito abbreviato, è stato condannato a un anno e quattro mesi per evasione fiscale ai danni dell'Agenzia delle entrate per un totale di 200 mila euro. L'imprenditore veneziano, dal 2012 al 2015, in qualità di titolare della ditta individuale Duerre progetto moda di Piove di Sacco e con l'obiettivo di consentire alla ditta St Sac Snc di Ezio Sancovich l'evasione fiscale delle imposte sui redditi e sul valore aggiunto, ha emesso trentacinque fatture per operazioni inesistenti cagionando un danno di 200 mila euro all'Agenzia delle entrate. In aula era presente anche l'imputato, che davanti al giudice si è dimostrato pentito per avere emesso così tante false fatture. E ha dichiarato: «Ho sbagliato e se tornassi indietro di certo non lo rifarei, ma ero in un momento di grande necessità».
Marco Aldighieri
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