Cappuzzo è malato, ai domiciliari

Martedì 5 Gennaio 2021
Cappuzzo è malato, ai domiciliari
IL CASO
PADOVA L'ex medico Gian Luca Cappuzzo, 48 anni e condannato in via definitiva alla pena di 26 anni di reclusione per avere ucciso nel febbraio del 2006 la moglie Elena Fioroni, è uscito dal carcere. Da prima di Natale si trova in regime di detenzione domiciliare a casa di una zia di Dolo in provincia di Venezia. Il giudice di sorveglianza ha ritenuto non potesse più supportare la vita del carcere, perchè gravemente malato. Cappuzzo, già a partire dal 2016, gode di permessi premio come recarsi all'Università per raccogliere materiale utile alla sua tesi.
IL PROVVEDIMENTO
Gian Luca Cappuzzo è finito dietro alle sbarre l'11 febbraio del 2006 ed è stato condannato in via definitiva a 26 anni di reclusione. Da alcuni mesi le sue condizioni di salute si sono aggravate. L'ex medico è affetto da una importante patologia che richiede, come ha anche sottolineato nella sua relazione il medico del carcere Due Palazzi, un trattamento terapeutico prima e dopo l'intervento chirurgico. Cappuzzo aveva chiesto al giudice del tribunale di sorveglianza Tecla Cesaro, il differimento della pena. Ma questa sua domanda è stata rigettata. Il giudice invece ha concesso il regime di detenzione domiciliare, firmato il 18 dicembre, a casa di una zia a Dolo. La gravità della malattia e il pericolo anche di contrarre il Covid, hanno spinto il Tribunale a prendere questa decisione. Cappuzzo potrà continuare a lavorare per la cooperativa Solidalia di Vigonza e potrà uscire dall'abitazione della zia solo tra le 9 e le 11 del mattino per fare la spesa. Non può utilizzare nè i social e nè il telefono cellulare. E verrà sorvegliato dai carabinieri della stazione di Dolo. Nella sua cella della casa di reclusione è stato sempre un detenuto modello, tanto da accumulare 990 giorni di liberazione anticipata. L'ex medico potrebbe essere già un uomo libero alla fine del 2025, sempre se rispetta tutte le regole della detenzione domiciliare.
IL DELITTO
Cappuzzo è stato arrestato dalla polizia il 10 febbraio del 2006. All'epoca aveva 37 anni ed era un medico specializzando nel reparto di Chirurgia dell'Azienda ospedaliera. Decise di uccidere la moglie Elena, psicologa di 31 anni, la sera tra l'8 e il 9 febbraio nella villetta a Voltabarozzo. La donna era stata anestetizzata con un tampone di etere, poi avvelenata con tre iniezioni intramuscolari di benzodiazepine, un ansiolitico, e di etilcarbammato, una sostanza cancerogena usata anche nei pesticidi. Poi il marito aveva adagiato il corpo nella vasca da bagno, le aveva tagliato i polsi e poi aveva spedito anche due sms dal suo telefono, cercando di spacciare l'omicidio per suicidio. Scoperto dopo poche ore, era accusato di omicidio aggravato dal rapporto di parentela, dall'uso di sostanze venefiche e dalla premeditazione. In via definitiva è stato condannato a 26 anni di carcere. Solo un anno più tardi, nel gennaio del 2007, ammise di avere ucciso la moglie per gelosia quando aveva capito dell'amore di Elena per un maestro di sci. Un mese prima dell'omicidio, con l'inganno, aveva portato la moglie lungo l'argine minacciandola con una pistola se solo avesse osato lasciarlo e chiedere la separazione.
Marco Aldighieri
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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