Patteggia 23 mesi l'impiegata che ricattava il suo ex capo

Giovedì 18 Ottobre 2018
LA SENTENZA
PADOVA L'impiegata ricattatrice dell'Alta padovana, ieri davanti al Gup, ha patteggiato 23 mesi con la sospensione della pena per il reato di estorsione. La donna, Sara Andretta di 41 anni residente a Loria in provincia di Treviso, è stata arrestata mercoledì 23 maggio dai carabinieri dopo avere incassato dalla vittima, l'imprenditore di Cittadella Paolo P. suo ex amante e suo ex capo, ventimila euro. Lei, se pure colta con le mani nel sacco si è sempre difesa, affermando che «Quella sui soldi è stata solo una battuta, la verità è che sono finita in una trappola». L'uomo d'affari di 55 anni ai primi di maggio l'ha denunciata. La donna lo aveva più volte minacciato con frasi come «O mi dai 150 mila euro o dico tutto a tua moglie». I militari così hanno messo sotto controllo il telefono della 41enne. E dalle intercettazioni è emersa la volontà dell'impiegata di estorcere il denaro all'industriale. Gli inquirenti allora hanno detto all'uomo di accettare le richieste della sua ex amante. Quel mercoledì di maggio l'imprenditore si è presentato all'appuntamento prestabilito con la trevigiana: il bar di un distributore di benzina a Cittadella. Con sé ha portato ventimila euro in banconote, tutte segnate e fotocopiate dai carabinieri. L'uomo d'affari ha consegnato il denaro alla sua ex. Lei lo ha infilato nella borsetta griffata ed è uscita dal locale, dove ad aspettarla c'erano i militari. Insomma, beccata con le mani nella marmellata. «Mi aveva promesso un posto di lavoro, invece mi ha cacciata dalla sua azienda. Quei 20 mila euro pensavo fossero soldi per venirmi incontro. Tutto qui, non volevo estorcere denaro», aveva dichiarato la donna due giorni dopo il suo arresto.
Marco Aldighieri
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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