Il Leone vietato allo stadio, è bufera

Martedì 12 Novembre 2019
IL CASO
VENEZIA Allo stadio con la bandiera di San Marco non si può entrare, in compenso si può sfrecciare a 160 chilometri all'ora a bordo di un treno che sulla fiancata mostra un enorme Leone. Da una parte è vietato, dall'altra no, anzi, viene valorizzato. Succede tutto a distanza di poche ore: il pomeriggio di domenica un tifoso ventenne va allo stadio Euganeo di Padova per vedere la partita contro il Sudtirol e si presenta con la bandiera della Serenissima Repubblica. Vorrebbe sventolarla dalla tribuna Fattori, quella degli Ultras, solo che all'ingresso gliela sequestrano perché, come spiegherà poi la Questura per tentare di placare la successiva polemica politica, è da 12 anni che vige una determinazione dell'Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive che consente di introdurre negli stadi striscioni o quanto ad essi assimilabili solo se preventivamente autorizzati, mentre possono liberamente essere introdotte ed esposte le bandiere riportanti i colori sociali delle due squadre che disputano l'incontro». È così che la bandiera col Leone di San Marco resta fuori dello stadio. Il giovanotto sa che può riprendersela al termine della partita. Ma il caso, ormai, è diventato affare dei palazzi della politica.
«Vietare l'ingresso in uno stadio alla bandiera con il Leone di San Marco dei tifosi veneti è quantomeno incivile, chiederò l'intervento del ministro dell'Interno», sbotta il governatore Luca Zaia prima di andare a inaugurare i nuovi treni con il mega Leone sulla fiancata. «Ricordo - ha aggiunto Zaia - che quando è morto il presidente della Repubblica Francesco Cossiga, sardo, aveva sulla bara la bandiera dei quattro mori».
LE ACCUSE
Non è da meno il capogruppo della Lega, in consiglio regionale del Veneto, Nicola Finco: «Un fatto gravissimo, chiederò l'introduzione del reato di vilipendio alla bandiera regionale». Che non risparmia staffilate al questore di Padova, Paolo Fassari: «Si deve scusare. Capisco che, essendo originario di Catania, non conosca in modo approfondito la nostra storia, ma dovrebbe mostrare più rispetto per questa terra e per il suo popolo». E la capogruppo di Zaia Presidente, Silvia Rizzotto: «La bandiera veneta è simbolo di pace, cultura e identità del nostro popolo e deve poter sventolare allo stadio e ovunque i veneti si sentano di utilizzarla. Guai a chi la tocca».
IL CONFRONTO
E poi, perché a Vicenza sì e a Padova no? In un dibattito monopolizzato dalla Lega, è il consigliere regionale padovano Luciano Sandonà a esibire una foto dello stadio Menti di domenica 3 novembre, dove le bandiere di San Marco c'erano: «A Padova invece non solo è stato mancato di rispetto alle nostre radici e alla nostra cultura, ma quello che è un nostro simbolo identitario è stato giudicato come pericoloso, al punto da venirne impedita l'esposizione. Un fatto assurdo».
Una presa di posizione dietro l'altra. Il consigliere regionale padovano Fabrizio Boron: «Atto gravissimo. Sembra che a Roma l'Autonomia del Veneto spaventi non poco».
I consiglieri regionali Pietro Dalla Libera e Massimiliano Barison (Area Civica) si dicono invece pronti a presentare una proposta di legge statale «per consentire di portare in tutte le manifestazioni sportive le bandiere delle diverse Regioni italiane».
Interviene l'europarlamentare leghista Paolo Borchia: «Atto discriminatorio, lede la libertà di espressione». Il deputato leghista Massimo Bitonci chiama in causa il ministro dell'Interno Luciana Lamorgese: «Ho presentato un'interrogazione affinché faccia subito chiarezza su quanto avvenuto allo stadio Euganeo domenica scorsa. Quei tifosi ai quali è stato negato l'accesso erano semplicemente muniti di una bandiera della propria Regione, non di manganelli o coltelli».
CONTROCORRENTE
Fuori del coro è il consigliere regionale di Liberi e Uguali, padovano pure lui, Piero Ruzzante. Che ricorda ai concittadini che dovrebbero battersi per le galline, non per il leone. «Bene hanno fatto le forze dell'ordine a vietare l'ingresso della bandiera della Serenissima Repubblica di Venezia allo Stadio Euganeo, ricordando che l'unica Repubblica la cui bandiera è liberamente ammessa in qualunque stadio è la Repubblica Italiana. Lo ricordo - ha detto Ruzzante - ai leghisti confusi: ma non siete oggi sovranisti? Negli stadi si entra solo coi colori della propria squadra e, volendo, col tricolore. E se qualcuno volesse richiamarsi alla storia, sappia che tanti padovani per non stare sotto il gonfalone di San Marco hanno sacrificato la loro vita. E poi buttandola sul ridere che senso ha tifare Venezia se si ha nel cuore Padova? Più che i leoni a noi piacciono le galline...».
Alda Vanzan
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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