Pelù si racconta: «Sono stato uno tsunami»

Lunedì 21 Giugno 2021
IL LIBRO
Che strana sensazione, vedere la rock star Piero Pelù seduto a sorseggiare vino davanti a villa Badoer. Il numeroso pubblico accorso sabato sera a Fratta ha potuto scoprire un lato inedito del cantante toscano. Anche questo è Sorsi d'Autore, fortunata rassegna estiva, giunta alla 22ª edizione, che grazie a Fondazione Aida di Verona, è riuscita a portare in Polesine l'unica data in Veneto del tour di presentazione del libro Spacca l'infinito. Alle 18.40 Pelù saluta i fan affacciandosi da una delle finestre della Badoera. Quindi inizia a rispondere alle domande incalzanti del giornalista Federico Bonati, accompagnato nell'insolito viaggio cibo-vino-musica, dal somelier Gian Paolo Breda.
CIBO, VINO E MUSICA
«Scrivere questo libro non è stata una scelta razionale, ma imposta dal Covid. Avevo appena partecipato a Sanremo ed era uscito il mio ultimo album. In quei mesi di lockdown ho fatto inutilmente il fornaio e pizzaiolo. Da qui l'idea di scrivere un libro, visto come voglia di fuga dalla situazione pesante. Ho scritto un romanzo che parla della mia famiglia, ma anche di quello che è stato il Novecento. Sono stato il figlio che nessuno si aspettava, ho rotto tutti gli schemi. Sono stato un vero e proprio tsunami, oltre che un enorme problema. Per questo ci sono stati scontri molto forti con i miei genitori e mio fratello, che hanno portato anche a dei distacchi». Come padre è stato forse ancora peggio, confessa. «Non ero preparato, ma quando sono nate le mie figlie, ho avvertito il senso di responsabilità». Quanto ai Litfiba. «Il primo tour all'estero, a due anni dalla fondazione. Eravamo in sette su una 500, con gli strumenti sul tetto. Salire sul palco è un premio, una droga positiva e costruttiva. La curiosità è il grande motore della mia esistenza».
Marco Scarazzatti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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