In tribunale la biografia hard della pornostar trevigiana Editori condannati: estorsione ai vip citati da Lea Di Leo

Mercoledì 1 Ottobre 2014
In tribunale la biografia hard della pornostar trevigiana Editori condannati: estorsione ai vip citati da Lea Di Leo
MARSALA - È finita con due condanne per tentativo di estorsione il processo a due editori che avrebbero dovuto pubblicare un libro di confessioni porno della sexy star trevigiana Lea Di Leo e che invece contattarono alcuni vip del mondo dello spettacolo e dello sport, citati nel libro, chiedendo denaro in cambio della cancellazione dei loro nomi.
Il giudice monocratico di Marsala Roberto Riggio ha condannato a 1 anno e 4 mesi di reclusione ciascuno (pena sospesa) Giuseppe Aleci, 38 anni, di Marsala, presidente e direttore commerciale della «Imart Edizioni», e Gaspare Richichi, 30 anni, di Bagheria (Pa), direttore editoriale della stessa casa editrice. Aleci e Richichi erano accusati di aver tentato di estorcere denaro ad alcuni personaggi famosi che sarebbero stati clienti o conoscenti della Di Leo (vero nome Sonia Faccio). A costoro sarebbero state chieste somme di denaro (da 10 a 40 mila euro) per depennare nomi e imbarazzanti particolari sessuali dall'autobiografia affidata alla «Imart».
L'inchiesta, condotta dalla sezione di pg della Guardia di finanza presso la Procura di Marsala, era partita da un servizio denuncia del programma «Le Iene». Parti lese poi individuate dagli inquirenti furono l'attore Matteo Branciamore, noto per il telefilm «I Cesaroni», l'unico a costituirsi parte civile, l'autore-regista di Mediaset Giorgio John Squarcia («Scherzi a parte»), il rugbista Denis Dallan (Isola dei Famosi) e i calciatori Reginaldo, Fabio Galante e Francesco Battaglia. Al processo, Lea Di Leo ha confermato di avere citato nel libro, mai pubblicato, anche l'ex vice ministro dell'Economia Mario Baldassarre.

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