Far rinascere nei cittadini e nelle imprese la fiducia verso il futuro. Ma senza

Giovedì 6 Ottobre 2016
Far rinascere nei cittadini e nelle imprese la fiducia verso il futuro. Ma senza nascondere la verità. E la verità è che il 2017 sarà un anno ancora molto difficile. Non solo in Italia, ma a livello globale. Per cui è più che mai necessario lavorare tutti nella stessa direzione, con impegno. Al convegno “Obbligati a crescere”, il ministro dello Sviluppo, Carlo Calenda, è convinto che la sfida sarà vinta, ma non cerca di addolcire la pillola: all'orizzonte ci sono nuvoloni nerissimi. «Il dato più pericoloso è il crollo del commercio mondiale» spiega. Un allarme condiviso anche dal ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan: «Il commercio internazionale cresce meno del Pil, è un andamento pauroso e non si intravedono scenari che possano riportare a tassi più alti».
Non era così che doveva andare la globalizzazione. Non era così che ce l'avevano raccontata. Lo ricorda Calenda: «Sembrava che dovesse realizzarsi il Bengodi. Con più ricchezza per tutti. E invece è accaduto l'opposto». La ricchezza ha subìto un processo di polarizzazione, la classe media dei paesi sviluppati si è indebolita. «Uno squilibrio che potrà essere riassorbito solo con tempi lunghi». Anche perché - continua il ministro - a livello mondiale manca una struttura dove gestire i problemi legati al commercio internazionale. Le difficoltà a gestire questi processi sono evidenti anche nell'andamento dei negoziati sul Ttip, il trattato di libero scambio tra Unione Europea e Stati Uniti, due aree che da sole rappresentano quasi un terzo del volume totale degli scambi mondiali. Calenda è pessimista: «Il Ttip non si chiuderà, probabilmente si raggiungerà un accordo solo su quello su cui si è d'accordo, sugli standard che condividiamo».
Intanto, in Europa, si è già spezzata la fiducia tra cittadini e governi. Sono sempre di più quelli che pensano che «dietro le riforme si nascondano fregature, come con la globalizzazione» rimarca Calenda. E invece la sfida si deve e si può vincere. Non è facile, perché «entriamo in un'epoca dura, che ci metterà ancora alla prova». Ma per recuperare la fiducia ai cittadini bisogna dire la verità, insiste Calenda: «Durerà a lungo».
Di «logica di corresponsabilità» parla il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia: «La crescita non può essere l'alibi da lasciare solo alla politica». Gli industriali sanno bene che «con un debito pubblico così non si può fare la lista della spesa di interventi da sogno». Quindi propongono «interventi selettivi e mirati». Boccia però avverte: «Non facciamo l'errore di partire dai saldi di bilancio a prescindere dall'economia reale». Il metodo deve essere proprio l'opposto: bisogna prima «individuare gli strumenti, poi le risorse, e infine i saldi di bilancio». E poi marciare tutti insieme in una direzione di «convergenza degli interventi e delle risorse» tra governo e regioni. Bene comunque il piano Industria 4.0, ideato proprio dal ministro Calenda, per riattivare gli investimenti privati. Ma ai fini della crescita è «determinante» la «questione produttività» che ci vede sotto di ben 30 punti rispetto alla Germania: a questo proposito Boccia rilancia con forza la proposta di incentivi fiscali che rendano conveniente lo scambio salari-produttività in chiave di contratti aziendali.
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