Tim, Grillo ci riprova: «Rete unica sotto Cdp e società divisa in due»

Giovedì 13 Agosto 2020
L'OPERAZIONE
ROMA Torna in campo Beppe Grillo nella partita della rete unica. Dopo la richiesta del governo di congelamento a Tim del dossier Rete-Kkr, il cofondatore del Movimento Cinquestelle torna a indicare in un videomessaggio sul suo blog la rotta per Tim, per la quale prospetta una divisione in due, e la strategia sulla rete, per la quale immagina un ruolo forte di Cassa depositi e prestiti.
«L'operazione di vendita di un pezzo della rete secondaria (Fibercop) al fondo Usa Kkr, in una logica puramente finanziaria e non industriale, complica soltanto il progetto di possibile creazione di una società unica delle reti e delle tecnologie», avverte Grillo. Praticamente «uno spezzatino delle infrastrutture di Tim e l'ingresso di un ulteriore investitore estero in asset strategici per il Paese con il solo obiettivo di conseguire benefici finanziari di breve periodo». Una strategia che già «sta generando una perdita intrinseca di valore della società» di tlc.
Grillo chiede quindi un'inversione di rotta rispetto al passato alla compagnia guidata da Luigi Gubitosi e propone una divisione in due della società: da una parte i servizi, dall'altra le infrastrutture. Dopodiché, il garante del M5S propone la «creazione di una società unica» nazionale «delle reti e delle tecnologie» da realizzare «sotto la guida e l'indirizzo di istituzioni pubbliche», in cui sia presente come azionista Cdp. In particolare, Tim «deve tornare ad essere una realtà che investe pesantemente e in maniera integrata nelle tecnologie di comunicazione, sia attuali (come la fibra ottica) che prospettiche (come il 5G), anche congiuntamente con gli altri operatori del settore».
LA ROTTA
Di qui l'auspicio che per la reazione di una società unica delle reti e delle tecnologie venga realizzato sotto la guida e l'indirizzo pubblico. «Bisogna separare in due la società, mantenendo inalterato l'organico», spiega ancora Grillo. Come detto, da una parte i servizi e dall'altra le infrastrutture: la prima società «focalizzata sulle attività commerciali e dei servizi»; la seconda, «proprietaria di tutte le infrastrutture che comprendono le torri di Inwit, la rete mobile (incluso il 5G), i data center, il cloud, la rete internazionale di Sparkle, e la società sulla fibra derivante (rete fissa di Telecom più quella di Open Fiber)». Tutto con un vantaggio doppio: l'accelerazione dell'installazione di reti e tecnologie fisse (fibra) e mobili (5G) sull'intero territorio nazionale a beneficio della collettività e un risparmio di risorse finanziarie. A patto, dice il cofondatore dei Movimento M5S, che la società unica abbia un garante dell'indipendenza e degli investimenti, come Cdp. Soltanto pochi giorni fa, invece, l'ad Gubitosi si era detto aperto alla rete unica, purché sia Tim a mantenerne il controllo.
Sullo sfondo, per il gruppo tlc rimane aperta la trattativa in Brasile per la conquista degli asset mobili di Oi, l'operatore carioca attualmente in concordato. L'offerta presentata insieme a Telefonica e Claro si candida come migliore e chiede venga riconosciuto il diritto di stalking horse, per poter andare a pareggiare, nell'ambito del processso competitivo, eventuali offerte in arrivo. L'esclusiva a trattare, indicata inizialmente per martedì, si è ora rinnovata automaticamente per metà agosto.
Roberta Amoruso
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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