Rinviato l'addio agli studi di settore

Sabato 16 Dicembre 2017
Rinviato l'addio agli studi di settore
IL PROVVEDIMENTO
ROMA Un calendario fiscale nuovo di zecca. Ecco la sorpresa dell'ultima ora partorita dalla manovra in discussione alla Camera. La Commissione bilancio di Montecitorio ha approvato tre emendamenti che riscrivono le scadenze dei 5 principali appuntamenti annuali. «La nuova griglia ha spiegato uno dei firmatari della proposta, Michele Pelillo (Pd), - creerà una maggiore agibilità da parte dei professionisti e metterà ciascuno nella possibilità di adempiere con maggiore serenità e con un ordine migliore agli obblighi fiscali». Entrando nel dettaglio, la doppia scadenza del 730 precompilato (attualmente fissata all'8 e 23 luglio) viene unificata al 23 luglio. «La duplice data faceva impazzire i Caf» ha riconosciuto Pelillo.
La scadenza del 770 (sostituti d'imposta), soggetta quasi ogni anno a proroghe in quanto coincideva con altre scadenze, è stata spostata dal 31 luglio al 31 ottobre. Quanto alla presentazione della dichiarazione dei redditi e dell'Irap si passa dal 30 settembre al 31 ottobre, mentre lo spesometro viene posticipato dal 16 al 30 settembre. Ancora in tema fiscale, il mondo degli autonomi, che conta su oltre 3 milioni di soggetti, dovrà pazientare ancora un anno prima di dire addio agli studi di settore come strumento di accertamento. Un emendamento prevede infatti che gli indici di affidabilità fiscale si applichino non più dal periodo d'imposta 2017 ma «a decorrere dal periodo d'imposta in corso al 31 dicembre 2018», vale a dire dal 2019. Intanto, in vista del potenziamento della fatturazione elettronica, è stato rafforzato il ruolo della Sose (Soluzioni per il Sistema Economico Spa).
LE ALTRE NOVITÀ
Tra le novità di ieri, torna la stretta anche per i call center interni alle aziende. La commissione Bilancio di Palazzo Madama ha approvato una serie di emendamenti che prevedono che tutte le società, anche quelle che non esternalizzano, dovranno tornare a dichiarare a inizio chiamata da quale Paese arriva la telefonata. Molto nutrito il pacchetto di emendamenti che riguardano la cultura.
In particolare, nasce il tax credit creatività per le imprese culturali, come chi crea app, chi si occupa di realtà virtuale o di animazione digitale. Questo mondo godrà di un credito d'imposta del 30% dei costi sostenuti per attività di sviluppo, produzione e promozione di prodotti creativi. Sul piatto 500 mila euro per il 2018 e un milione l'anno per il 2019-2020. «Finalmente si superano i ritardi del passato» ha commentato il ministro dei Beni e delle attività culturali e del turismo, Dario Franceschini. Inoltre arrivano più stanziamenti.
Nel dettaglio: incremento di 6 milioni di euro nel triennio 2018-2020 delle risorse a favore del Piano per l'arte Contemporanea. Due milioni di euro in più all'anno, uno di questi al Maxxi, che serviranno allo Stato per arricchire il proprio patrimonio di arte contemporanea attraverso acquisti, committenze, concorsi e premi. In arrivo 10 milioni di euro per il 2019 e 20 milioni di euro, dal 2020, per gli interventi di restauro e conservazione delle dimore storiche e dei beni vincolati di proprietà privata.
Oggi intanto, come ha annunciato il relatore alla manovra, Francesco Boccia, sono attese novità sulla web-tax. Secondo quanto filtra l'imposta, che nello schema iniziale sarebbe dovuta partire dal 2019 con un'aliquota del 6% applicata solo alla prestazione di servizi immateriali, sarà anticipata al 2018. L'aliquota sarà ridotta all'1% sui ricavi ma estesa anche al commercio elettronico facendo salire il gettito da 114 a 600 milioni di euro.
Michele di Branco
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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