Orcel: «Con Mps partita chiusa ora il nuovo piano industriale»

Venerdì 29 Ottobre 2021
IL BILANCIO
ROMA Andrea Orcel dà l'addio irreversibile a Mps. «Non farà parte della nostra strategia futura, quella finestra per noi è chiusa», ha ribadito ieri il banchiere durante la conference call con gli analisti per illustrare il rendiconto dei nove mesi approvato dal cda, che registra un utile netto di 3 miliardi contro 1,6 miliardi del 2020. Nel terzo trimestre, periodo interamente ascrivibile alla sua gestione, il risultato è stato di 1,058 miliardi, con una crescita del 55,6% sul 2020. In crescita dell'1,9%, il margine d'intermediazione complessivo nel terzo trimestre è salito a 4,44 miliardi. Incalzato sulle strategie future dopo aver annunciato la presentazione del piano strategico il 9 dicembre, basato su «tre priorità semplificazione, digitalizzazione e centralità del cliente», Orcel ha ribadito che «le acquisizioni non sono un fine, lo faremo solo a condizioni giuste, può essere un acceleratore e un potenziale miglioratore del nostro risultato strategico» e, quindi, può essere realizzato «alle giuste condizioni che accrescano il valore dell'istituto e dove abbiamo piena fiducia nella nostra capacità di esecuzione». Per ora il banchiere ha sottolineato di puntare sulla crescita per linee dirette, ma non è detto perché anche qualche settimana prima la lettera di intenti con il Mef del 29 luglio su Mps, aveva detto le stesse cose: «Il maggior valore che possiamo creare è organico e questo rimane, il nostro obiettivo incrollabile».
In ogni caso, prima di progettare altre operazioni straordinarie Orcel dovrà ritrovare sintonia con le istituzioni governative dopo la brusca conclusione delle trattative su Mps che hanno turbato il Tesoro, ora costretto a rinegoziare con Bruxelles un nuovo piano per la banca senese.
LA ROTTA
Con i conti di periodo Unicredit ha aggiornato la guidance sui ricavi totali a circa 17,5 miliardi e costi in linea con le stime precedenti a 9,9 miliardi. L'utile netto sottostante è aumentato a 3,7 miliardi. «Dall'inizio dell'anno i nostri risultati sono forti, sia per la performance della nostra rete che per le condizioni economiche, che dovrebbero rallentare. Siamo ottimisti sul futuro». L'ex banchiere d'affari ha poi scandito: «La priorità è migliorare la rete commerciale» evidenziando che la banca ha lasciato la fase di «ristrutturazione e muove verso la crescita». Per quanto riguarda l'Italia, Unicredit vanta una «quota di mercato pari all'11%» e «possiamo crescere profittevolmente». In questo scenario, «abbiamo fatto passi in avanti fenomenali, ma siamo soltanto all'inizio del nostro percorso» per «realizzare la trasformazione che ci avete chiesto. I nostri piani per il futuro di questa banca sono molto ambiziosi, ma portarli a termine non sarà semplice: serviranno tempo e molto impegno da parte di ciascuno di noi». Unicredit, ha proseguito, «non è la stessa banca di sei mesi fa. Una nuova energia, un nuovo slancio, una nuova motivazione sono palpabili dall'esterno, e spero lo siano anche internamente. È grazie alla vostra dedizione e al vostro assiduo lavoro che portiamo avanti il cambiamento». La Borsa non sembra essersi entusiasmata, visto titolo quasi stabile, il mercato sarebbe scettico sulle mosse future.
Da notare infine che l'addio a Mps ha messo in allarme Lando Sileoni, leader del sindacato Fabi, che pure durante le trattative con il Mef si era speso a favore di Unicredit: «Ci preoccupa perché, al momento, non ci sono alternative per rilevare il gruppo Mps».
r. dim.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci