Moody's non cambia, l'Italia evita la serie B

Sabato 7 Novembre 2020
Moody's non cambia, l'Italia evita la serie B
IL DEBITO
ROMA Moody's prende altro tempo: l'agenzia di rating ha deciso di rinviare ancora una volta il suo giudizio sui conti pubblici dell'Italia, che evita dunque la serie B dei rating. A maggio, nel pieno della prima ondata di coronavirus, la società aveva già messo in stand-by a sorpresa l'analisi sul nostro Paese confermando il livello Baa3 con outlook stabile (solo di un gradino superiore al livello junk). E la fotografia non sembra ora cambiata, proprio come si aspettavano la maggior parte degli analisti, nonostante gli effetti negativi inevitabili che la seconda ondata di contagi avrà sulla ripresa dell'economia italiana.
Forse perché ancora oggi, come ad aprile scorso, Moody's pensa che la pandemia spingerà il debito italiano «a livelli record», ma senza far scattare pesanti «ricadute» sull'affidabilità creditizia del Paese.
Anche quando lo stesso governo italiano ha ipotizzato nella Nota di aggiornamento al Def il costo possibile di una seconda pesante ondata di contagi: oltre 3 punti di Pil nel 2021 e 1,5 in quello di quest'anno.
Del resto anche lo spread tra Btp e Bund sembrava scommettere sul nulla di fatto. Ieri il differenziale tra Roma e Berlino ha archiviato la giornata in deciso calo, a quota 126 punti base rispetto ai 130 punti della vigilia con il rendimento del titolo decennale del Tesoro allo 0,63%. Merito anche delle attese per i nuovi interventi della Bce a dicembre. Ma anche del sostegno del Recovery Fund.
LE PREVISIONI
Nei giorni scorsi altre agenzie hanno rilasciato il loro giudizio sull'Italia.
Il 30 ottobre la canadese Dbrs ha comunicato di mantenere invariato il rating BBB (high) con outlook negativo. Il 23 ottobre era toccato a S&P Global. A sorpresa l'agenzia ha addirittura alzato l'outlook dell'Italia da negativo a stabile confermando il rating a BBB, due gradini sopra il livello di junk bond, nonostante la difficile situazione economica legata alla pandemia da coronavirus e il peggioramento dei conti pubblici.
Merito della Banca centrale europea, sottolineano gli analisti, che ha intensificato la sua risposta al Covid-19 aumentando il suo programma di acquisto di titoli di stato (Pepp) a 1,35 trilioni (l'11,3% del Pil dell'area dell'euro), da aggiungere agli acquisti che sono effettuati dal programma di acquisto (App) per circa 360 miliardi, il 3% del Pil.
La maggior parte del debito italiano creato quest'anno a seguito della pandemia da Covid-19, dovrebbe dunque essere acquistato dalla Bce nell'ambito dei piani citati. Tanto da permettere al governo italiano di finanziarsi a tassi nominali di circa lo 0,8% in media quest'anno rispetto al tasso medio del 2,5% sullo stock di debito esistente.
Non è finita qui.
NUOVO ESAME
Il 4 dicembre sarà la volta di Fitch, forse il giudizio più atteso visto che lo scorso 28 aprile, considerando le gravi ricadute della pandemia, aveva deciso di abbassare il rating Bbb a Bbb- appena un gradino sopra junk.
Proprio Fitch ieri ha rivisto al ribasso le previsioni sul Paese. L'Italia farà registrare un calo del 9,1% per il 2020, un po' meglio di quanto previsto dagli stessi analisti a settembre (-10%), ma con una ripresa prevista al ritmo del 4,3% nel 2021 (contro il 5,4% immaginato soltanto due mesi fa).
Cattive notizie per la disoccupazione Ue (vista al 10% nel primo semestre 2021) e in particolare in Italia, dove si stima un picco a marzo 2021 con un tasso poco superiore al 13%.
Roberta Amoruso
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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