Il sistema industriale e commerciale italiano, dal dopo guerra fino a fine anni

Giovedì 3 Dicembre 2020
Il sistema industriale e commerciale italiano, dal dopo guerra fino a fine anni 90, ha avuto nell'asse Torino-Milano, e più ampiamente Piemonte-Lombardia, il suo primo riferimento. La forza trainate derivava dalla Fiat e indotto a cui si associava, a livello manifatturiero, la siderurgia e la componentistica meccanica lombarde e il peso della Pirelli, il tutto sostenuto dal peso delle banche collocate in entrambe le regioni non solo nei capoluoghi regionali ma anche in quelli provinciali. Le varie crisi dell'auto hanno determinato l'indebolimento delle forza trainante della Fiat e di riflesso dell'enorme indotto che ha avuto il suo apice con l'uscita dall'Italia del gruppo Agnelli e parallelamente, a livello bancario, dalla fusione Intesa-Sanpaolo, che rafforzato corposamente il ruolo di leadership di Milano e costituito un pesante indebolimento di Torino. Contemporaneamente, sempre a cavallo del passaggio dal secolo scorso all'attuale, i sistemi manifatturieri ma anche finanziari del Veneto e dell'Emilia Romagna, e in particolare di Bologna e Padova-Treviso, si sono sostanziosamente rafforzati, grazie alla qualità delle produzioni, a forte connotazione esportativa nell'intero globo, hanno creato le condizioni perchè nascesse un nuovo asse portante dell'economia italiana basato sul triangolo Milano- Bologna-Padova-Treviso a cui si sono abbinate le altre molteplici realtà delle tre regioni, le quali complessivamente rappresentano oltre il 40% del Pil italiano, più della metà dell'export, con un reddito pro capite degli oltre 18 milioni abitanti pari a quasi il doppio di quello nazionale, il tutto condito dalla concentrazione delle Università italiane di maggior prestigio e di quasi i 2/3 di tutta la ricerca italiana.Questo triangolo sarà, senza ombra di dubbio, la locomotiva ad alta velocità per il dopo COVID, visto che anche a livello turistico e agroalimentare, le tre regioni sopratutto per merito del peso attrattivo mondiale che hanno Milano-Venezia e le Dolomiti bellunesi, sono ai vertici del turismo italiano. Nonostante l'importanza persistono ancora problematiche, in primis che riguardano la logistica , la cui soluzione porterebbe ad un decollo delle tre maxi aree come pochi altri in Europa saprebbero fare. L'imprenditoria e la finanza private hanno fatto abbondantemente la loro parte e sono sicuramente pronte ad ampliare ulteriormente le loro azioni, tocca quindi al sistema pubblico di porsi al loro fianco agire con lo stessa dinamicità e vision messi in atto dai privati.Infrastrutture fisiche e virtuali, modernizzazione della scuola di ogni grado, a cominciare dalle sedi e dall'innovazione per una didattica formativa sempre più indirizzata a saper soddisfare la domanda delle imprese, sburocratizzazione delle macchina pubblica, sia nazionale che locale, e un piano di attrattività, sia a livello turistico che di business, debbono costituire un combinato disposto indispensabile per un decollo ancora più consistente e duraturo. La responsabilità di riuscirci è totalmente da ascriversi alla componente politica nel saper mettere in atto le correzione necessarie ai problemi, in modo da costituire il leit motiv dell'agenda governativa, di qualunque colore essa sia.
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