CREDITO
MILANO Quattro banche cinesi tra le prime cinque per attivi totali, e

Venerdì 20 Luglio 2018
CREDITO
MILANO Quattro banche cinesi tra le prime cinque per attivi totali, e fra gli istituti italiani Unicredit è al 22° posto con 854 miliardi di attivi mentre banca Intesa, grazie all'acquisizione delle banche venete, ha scalato 15 posizioni attestandosi al 25° posto con 830 miliardi.
È la foto annuale dell'area studi di Mediobanca che ha analizzato i risultati 2017 dei principali 67 gruppi bancari del mondo, di cui 28 residenti in Europa. In testa c'è Industrial and Commercial Bank con 3.343 miliardi mentre JpMorgan scivola dalla 2° alla 4° posizione con 2.532 miliardi. Altri tre gruppi cinesi - China Construction Bank, Agricultural Bank of China, Bank of China - sono tra le top 5, rispettivamente in seconda, terza e quinta posizione. La prima banca europea, la britannica Hsbc (2.193 miliardi) è al settimo posto, preceduta dalla prima giapponese, la Mitsubishi (2.273 miliardi).
Dall'indagine che analizza i bilanci di 67 grandi banche, emerge poi come nel primo trimestre di quest'anno gli istituti Usa approfittando del rialzo dei tassi della Fed (con impatti sui margine di interesse), confermino la propria dinamicità rispetto alle europee sia per ricavi (+5% contro +0,4% dell'Europa) e risultato netto (+19,5% contro +1,3%).
MEGLIO GLI USA
Un dato molto positivo per gli istituti del vecchio Continente riguarda la drastica caduta delle svalutazione dei crediti (-34,6%) che appaiono in rialzo negli Usa (+0,7%). Dall'esame dei bilanci 2017 scaturisce che i ricavi sono cresciuti più negli Stati Uniti (3,1%) che in Europa (1,7%) e che il margine di interesse è aumentato di più Oltreoceano (5,4%), mentre più bilanciato è l'incremento delle commissioni nette (4,3% in Europa, 5,2% negli Usa).
I raggi x su Unicredit e Intesa Sanpaolo evidenziano il calo degli Npl, che rappresentano però il 5,2% degli impieghi alla clientela, e il peso relativamente marginale dei titoli tossici: 12,4% del patrimonio netto tangibile contro il 32,5% della Germania. Dunque, è per nulla disinnescata la bomba ad orologeria rappresentata dai bilanci di banche tedesche e francesi per la massiccia presenza di titoli di livello 3.
TITOLI TOSSICI
Il peso di questi titoli tossici sul patrimonio netto tangibile è infatti al 37,2% in Deutsche Bank, al 22,1% in Commerzbank, al 28,4% in Bpce, al 16,3% in Bnp Paribas e all'11,5% in Societè Generale, contro il 5,4% di UniCredit, l'1,9% di Bbva e l'1,7% di Santander. Intesa Sanpaolo è al 20,6%, ma il dato risente di una partita straordinaria dovuta all'iscrizione di 5,9 miliardi riferiti alla valutazione al fair value degli immobili strumentali, di quelli di investimento e del patrimonio artistico di pregio. L'indagine ipotizza inoltre l'impatto sul Cet1 delle banche di una riduzione del 5% degli asset di livello 2 e 3: a livello europeo la media sarebbe di 300 punti base.
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